20 novembre 2014 13:05

Nella provincia milanese e nella casa di reclusione di Milano-Bollate è nato il primo progetto italiano di cura per persone colpevoli di violenza sessuale. Attivo dal 2005 grazie a un finanziamento della regione Lombardia e della provincia di Milano, il progetto è a cura del Centro italiano per la promozione della mediazione (Cipm), un’associazione di criminologi, sociologi, psicologi, operatori sociali e magistrati che ha l’obiettivo di promuovere la gestione dei conflitti attraverso la mediazione.

Dal 2009 il Cipm ha preso in carica circa 250 uomini, provenienti sia dal carcere sia dall’esterno. Quando stanno scontando una condanna, le persone colpevoli di reati a sfondo sessuale sono ospitate in una struttura isolata dal resto del carcere e, attraverso incontri individuali o di gruppo o ricorrendo ad altri mezzi di espressione, il Cipm prepara i detenuti al momento della liberazione.

L’accesso al presidio è per il 40 per cento spontaneo, mentre il resto delle domande arriva da avvocati che chiedono l’inizio di questo percorso per i loro clienti anche per ottenere la custodia cautelare.

Secondo un’inchiesta dell’Agenzia europea per i diritti fondamentali (Fra), sarebbero 62 milioni (cioè una su tre) le donne che nell’Unione europea hanno subìto una violenza fisica o sessuale a partire dall’adolescenza. La ricerca della Fra è stata compiuta su un campione significativo di 42mila donne tra i 18 e i 74 anni intervistate in tutti i 28 paesi membri dell’Ue.

Le foto sono state scattate da Giovanni Cocco nel 2010.

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