01 dicembre 2016 12:45

L’industria mineraria del carbone sta soffrendo molto, soprattutto in Spagna. Lo scorso giugno la Commissione europea ha approvato aiuti per oltre due miliardi di euro per coprire i costi della chiusura, prevista per la fine del 2018, di 26 miniere spagnole, al fine di alleviarne l’impatto sociale e ambientale.

Sono diversi i fattori che hanno contribuito alla crisi del settore. Prima di tutto, la riduzione dei contributi da parte del governo spagnolo, annunciata nel 2012, è stata significativa: da 300 a 55 milioni di euro. In più, il carbone importato a basso costo dall’Africa e dalla Russia, e la competizione con le nuove energie rinnovabili hanno fatto sì che diminuisse la domanda e hanno quindi accelerato la chiusura di numerosi siti.

Negli anni sessanta erano più di centomila i lavoratori nelle miniere di carbone, oggi sono appena tremila. La situazione è più critica in quelle regioni, come le Asturie, dove il tasso di disoccupazione è sempre più alto e l’economia si basa principalmente sui sussidi per il pensionamento. Per queste regioni, che dipendono dall’estrazione del carbone, il futuro è sempre più incerto.

Le foto sono stata scattate da David Ramos, tra il 24 e il 26 novembre 2016.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it