03 maggio 2018 16:59

“In via Gorochovaja, in una di quelle grandi case, la cui popolazione sarebbe stata sufficiente per tutta una città di provincia, se ne stava di mattina a letto nel suo appartamento Ilja Iljič Oblomov”.

Comincia così il romanzo Oblomov dello scrittore russo Ivan Aleksandrovič Gončarov, pubblicato nel 1859, che racconta la vita accidiosa del suo protagonista.

A distanza di più di 150 anni, il fotografo giapponese Ikuru Kuwajima si ispira al personaggio indolente e incarna l’oblomovismo, proponendo un’interpretazione visiva molto personale dell’insondabile anima russa.

Una serie di autoritratti ironici in cui Kuwajima giace su letti e divani di stanze diverse, in città diverse: Kazan, Simferopol, Mosca, Kirov, Almaty, Kiev, Samara. Cambia lo scenario, ma il torpore rimane costante e diventa una specie di inno all’apatia.

Il progetto I, Oblomov, curato da Katerina Zueva, è in mostra a Mosca, al Lumiere brothers center for photography, fino al 13 maggio nell’ambito del Moscow Photobookfest 2018, che invece proseguirà fino al 3 giugno 2018.

Insieme alle opere sarà possibile sfogliare anche il libro omonimo.

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