28 agosto 2018 16:41

Frederick Douglass (1818-1895), nato in schiavitù nella contea di Talbot, nel Maryland, e diventato leader del movimento abolizionista, pensava che la fotografia potesse essere uno strumento per andare oltre i pregiudizi dei bianchi sui neri. Questo nuovo strumento, secondo Douglass, avrebbe potuto offrire un’immagine degli afroamericani diversa da quelle spesso degradanti e violente che erano diffuse dai mezzi d’informazione dell’epoca.

Douglass è stato uno degli uomini più fotografati del diciannovesimo secolo. La sua storia apre la nuova mostra al Metropolitan museum of art (Met) di New York intitolata African american portraits: photographs from the 1940s and 1950s. L’esposizione mette insieme più 150 ritratti in studio, scattati ad afroamericani durante la seconda guerra mondiale.

I ritratti esposti sono per lo più anonimi. “Speriamo che qualcuno tra il pubblico riconosca familiari o amici. Queste immagini rappresentano un’importante memoria collettiva”, spiega il curatore del Met Jeff Rosenheim.

La mostra durerà fino all’8 ottobre.

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