02 aprile 2021 16:15

Durante l’anno più difficile delle nostre vite il rapporto con l’esterno è cambiato radicalmente. Abbiamo avuto nostalgia di città e paesi, di prati e spiagge, di montagne e laghi. E allo stesso tempo le abbiamo riscoperte. Riprendere in mano la quotidianità significa riprendere possesso di ciò che per molti mesi è stato precluso da un virus capace di condannare lo spazio pubblico a spazio del contagio e della malattia.

Il gruppo di fotografe e fotografi che hanno costruito il progetto Arcipelago-19, dopo avere raccontato per un anno la pandemia in Italia, sceglie di uscire dai social network e dalla sfera digitale per comparire nelle strade, affinché le immagini ci possano accompagnare nel ritrovare il nostro posto fuori dalle case e dagli ospedali.

Contemporaneamente in quattordici città italiane sono state affisse in grande formato le fotografie tratte dal lavoro collettivo Atlante della pandemia, invadendo piazze, strade, bacheche, luoghi pubblici.

Dalla fotografia come documento a esperienza di sguardo partecipato, le nostre vite fotografate evadono finalmente per riprendersi lo spazio aperto e per cercare lentamente di tornare a una nuova normalità.

Maysa Moroni

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