01 giugno 2020 15:45

Gli attivisti congolesi combattono la disinformazione sul virus

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Nella Repubblica Democratica del Congo i casi di covid-19, più di tremila confermati finora, continuano ad aumentare, ma non tutti sono convinti della presenza del virus nel paese. Di fronte a salari più bassi e alle difficoltà economiche, molti se la prendono con le misure di contenimento imposte dal governo.

I primi dubbi tra la popolazione, spiega Al Jazeera, sono sorti dopo la conferma del primo contagio a marzo: inizialmente si era parlato di un cittadino belga, che si è poi rivelato congolese, e che successivamente ha negato di essere stato malato. Il governo è quindi accusato di usare il covid-19 per ottenere più aiuti dalla comunità internazionale. A questo si aggiunge un numero molto basso di test effettuati tra la popolazione: meno di cinquemila su una popolazione che, secondo alcune stime, raggiunge gli 84 milioni di abitanti. Intanto, nell’est del paese, mezzo milione di persone hanno dovuto abbandonare le loro case negli ultimi mesi a causa degli attacchi di gruppi armati, uno spostamento che preoccupa anche per l’eventuale propagazione del virus.

Per combattere lo scetticismo e chiarire i numerosi dubbi che serpeggiano tra la popolazione, gli attivisti politici di gruppi giovanili come Lucha e Filimbi vanno in giro tra le persone per far circolare informazioni corrette su come proteggersi dal contagio.

Intanto il ministro della sanità Eteni Longondo ha annunciato che è stato scoperto un nuovo focolaio di ebola nel nordovest del paese, con cinque casi confermati.

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