01 giugno 2020 09:46

Negli Stati Uniti con le proteste crescono i rischi di contagio

Negli Stati Uniti gli esperti sanitari e i leader politici temono che le proteste contro le violenze della polizia scoppiate in decine di città possano aumentare la possibilità di una seconda ondata di covid-19.

Le proteste sono cominciate nei giorni in cui il paese superava i centomila morti causati dal virus e quando tutti gli stati avevano già riaperto (in modi diversi) le attività economiche, nella maggior parte dei casi senza avere il sistema di test e tracciamento che servirebbe per contenere la diffusione della malattia.

I dati mostrano che negli Stati Uniti il covid-19 colpisce in modo sproporzionato neri e ispanici. A Minneapolis, la città dove sono cominciate le proteste dopo che un poliziotto ha ucciso George Floyd, un nero di 46 anni, gli afroamericani costituiscono il 19 per cento della popolazione e il 34 per cento dei casi positivi (i bianchi, il 64 per cento della popolazione, sono il 24 per cento dei positivi).

In molti casi i manifestanti indossano mascherine, ma gli assembramenti e gli scontri con la polizia potrebbero far aumentare di nuovo il numero dei contagi giornalieri.

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