Quando Elon Musk si è messo in testa di comprare Twitter ha suscitato lo stupore generale. Perché l’uomo più ricco del mondo avrebbe dovuto spendere 44 miliardi di dollari per prendere il controllo di un social network in cui già si esprimeva liberamente e aveva più di cento milioni di follower? Per creare l’agorà digitale del ventunesimo secolo, uno spazio di discussione libero e pacifico, ha detto lui. È vero che i social network sono sempre più polarizzati, invasi da estremisti e veicolo di odio e manipolazione. Ma la soluzione può essere Musk?

Non è la prima volta che un miliardario acquista un impero dell’informazione. Da Michael Bloomberg a Rupert Murdoch e a Jeff Bezos, tutti impongono il loro marchio. Il più importante social network, Facebook, è controllato da Mark Zuckerberg. La differenza è che Musk esprime rumorosamente le sue opinioni e partecipa al dibattito politico internazionale, proponendo piani di pace per l’Ucraina e Taiwan. Nell’agorà del futuro non si può essere allo stesso tempo moderatori e oratori. Inoltre Musk ha dietro di sé un impero, di cui fanno parte la Tesla e la SpaceX. Sostiene di agire per il bene dell’umanità, ma esercita un potere politico e anche militare, come dimostrano l’uso dei suoi satelliti Starlink in Ucraina e in Iran e il suo silenzio sulla Cina, dove ha sede una fabbrica della Tesla. Il rischio di conflitto d’interessi è altissimo.

Ora che la vendita è conclusa bisogna limitare i danni. Twitter naviga in cattive acque, con un fatturato di appena 5,2 miliardi di dollari, 25 volte meno di Facebook. Musk dice di voler recuperare gli utenti più moderati, in particolare lottando contro i falsi profili, ma lo sblocco degli account sospesi favorirà la polarizzazione. La questione principale riguarda la moderazione dei contenuti e la diffusione di tesi complottiste. La piattaforma più discussa era Facebook: Twitter si è ritrovato al centro delle polemiche soprattutto perché era il social network preferito di Donald Trump. Uno dei primi banchi di prova sarà la decisione sulla riattivazione del suo account. L’ex presidente statunitense era stato sospeso a gennaio del 2021, quando aveva tentato di fatto un colpo di stato. Due anni dopo non ha più un megafono, ma continua a minacciare la democrazia. Finché sosterrà che le elezioni sono state rubate, Trump non dovrebbe poter accedere a Twitter. Quanto a Elon Musk, sarebbe meglio che lanciasse un messaggio di serenità per dimostrare di essere all’altezza della missione che si è attribuito. Il suo primo gesto dovrebbe essere silenziare il suo account. ◆ ff

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Questo articolo è uscito sul numero 1485 di Internazionale, a pagina 19. Compra questo numero | Abbonati