Scambi di virus

I prossimi decenni saranno più caldi e anche più malsani, avvertono i ricercatori della George­town university, negli Stati Uniti. Il riscaldamento del pianeta spingerà molti animali selvatici a spostarsi verso nuove aree, portando con sé i parassiti ospiti. Questo aumenterà gli scambi di virus e la possibilità di un salto di specie verso gli esseri umani, com’è successo con il sars-cov-2 e l’ebola. Simulando la migrazione di più di tremila specie di mammiferi, i ricercatori hanno stabilito che nel 2070 ci saranno circa 15mila scambi di virus tra specie, che minacceranno animali e persone. Le aree geografiche più a rischio sono quelle densamente popolate dell’Africa e dell’Asia. “Il processo è già in corso e contenere l’aumento della temperatura media globale entro due gradi non servirà a fermarlo”, scrivono i ricercatori su Na­ture. Bisognerà quindi rafforzare le misure di prevenzione.

Ogni cane ha il suo carattere

I border collie sono intelligenti e pieni d’energia, mentre i beagle sono amichevoli e curiosi: sono solo alcune delle descrizioni associate alle razze dei cani, che spesso guidano le persone nella scelta di un cucciolo. Tuttavia, secondo uno studio recente, basato sui questionari compilati dai padroni di duemila cani, è difficile prevedere il comportamento di un cane dalla razza. È emerso infatti che meno del 10 per cento dei comportamenti dipende da questo fattore. Nell’antichità i cani erano selezionati per la loro funzione: caccia, guardia o cani da pastore. Alcune caratteristiche legate alle funzioni sono ancora presenti. I cani da lavoro tendono a essere più sociali, mentre quelli da pastore sono più ubbidienti. Ma all’interno di ogni razza si manifesta un’ampia gamma di comportamenti. La tendenza a sentirsi a proprio agio tra gli esseri umani, soprattutto se sconosciuti, è un tratto tipicamente individuale. Neanche l’aggressività dipende dalla razza, contrariamente a quanto si dice. Le razze moderne, prodotte negli ultimi due secoli, hanno modificato l’aspetto degli animali, ma hanno inciso poco su altre caratteristiche. ◆

Alle origini del lupus

I ricercatori del Francis Crick institute di Londra hanno individuato una delle cause del lupus eritematoso sistemico, la malattia autoimmune che colpisce vari organi e tessuti del corpo. È una variante del gene tlr7, presente nel genoma di una bambina spagnola con una forma grave di lupus. Il gene è coinvolto nella risposta immunitaria ai virus, ma quando è iperattivo crea anticorpi in eccesso, che colpiscono organi e tessuti. Tlr7 non è l’unico gene coinvolto ma ha un ruolo centrale, scrive Nature. Nel mondo circa cinque milioni di persone hanno il lupus e nove su dieci sono donne. Al momento non c’è una cura.

Rettili in pericolo

IGNAZIO ROBERTO HERNANDEZ

Secondo uno studio pubblicato su Nature, circa il 20 per cento delle specie di rettili è a rischio. Coccodrilli e tartarughe sono tra gli animali più in pericolo e le specie che vivono nelle foreste avrebbero bisogno di misure di protezione più efficaci. Le principali minacce sono lo sviluppo agricolo, la deforestazione, l’espansione delle città e l’introduzione di specie aliene. Le regioni più colpite sono il sudest asiatico, l’Africa occidentale, il Madagascar, le Ande settentrionali e i Caraibi. _Nella foto: una lucertola _Liolaemus gununakuna

Pochi vaccini in Africa

La produzione del vaccino contro il covid-19 in Sudafrica potrebbe essere sospesa a causa della domanda troppo debole. Si tratta, scrive The Lancet, del vaccino Johnson & Johnson. Le disuguaglianze globali nell’accesso ai vaccini hanno spinto a incoraggiare la produzione locale, che però stenta a decollare. Gli altri paesi africani tendono a non ordinare i vaccini visto che molte persone esitano a vaccinarsi e che ci sono dosi gratuite a disposizione. Solo il 16 per cento della popolazione africana è vaccinato.

Melanie S. Brucks & Jonathan Levav, Nature

Tecnologia Le videoconferenze potrebbero inibire la produzione di idee creative. Sarebbero invece più efficaci quando servono a scegliere tra varie idee. Questo tipo di riunioni, scrive Nature, obbliga i partecipanti a rimanere focalizzati su pochi stimoli visivi, riducendo le informazioni di tipo diverso che ricevono e limitando così le loro capacità cognitive.

Geologia Il movimento delle placche che costituiscono la crosta terrestre potrebbe essere cominciato 3,8 miliardi di anni fa, molto tempo prima di quanto si pensava. Non è facile trovare tracce della crosta terrestre originaria e delle sue modifiche, scrive Agu Advances. Ma alcuni piccoli cristalli scoperti nella cintura di rocce verdi di Barberton, in Sudafrica, suggeriscono che il processo sia cominciato in un’epoca molto remota.

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1459 - 6 maggio 2022
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