Addio alle case galleggianti

Il Cairo, 27 giugno 2022 (Khaled Desouki, Afp/Getty Images)

Nonostante le proteste, la rimozione e la demolizione delle 32 case galleggianti lungo un tratto del Nilo, al Cairo (nella foto), continuano e dovrebbero concludersi entro la prima settimana di luglio, riferisce Mada Masr. La decisione è stata presa dal governo, che considera le strutture fatiscenti e vuole promuovere le attività commerciali lungo il fiume. “Mentre sta per concludere il suo ottavo anno al potere, il presidente Abdel Fattah al Sisi continua a sostenere progetti economici che mettono il profitto davanti all’interesse pubblico”, commenta il sito indipendente. ◆

Distanze costituzionali

Olivier Matthys, Getty Images

Finché la commissione incaricata di scrivere la bozza della nuova costituzione tunisina era ancora al lavoro, era lecito avere ancora dei dubbi, scrive Frida Drahmani sul sito Jeune Afrique: la carta da sottoporre a referendum il 25 luglio sarebbe stata davvero il frutto dello sforzo collettivo di un gruppo di esperti? Il 30 giugno, quando è stata pubblicata la bozza del testo, i dubbi sono spariti: era chiaro che il presidente tunisino Kais Saied ( nella foto ) aveva deciso di presentare ai concittadini una costituzione “interamente farina del suo sacco”. Nei giorni successivi il presidente della commissione, il giurista Sadok Belaid, ha dichiarato che “il testo reso pubblico non è legato a quello preparato dalla commissione e sottoposto al presidente. La commissione prende quindi le distanze dalla bozza di costituzione”. E ha aggiunto che una carta simile “è un attacco all’identità della Tunisia e potrebbe aprire la porta a una dittatura, visto che attribuisce tutti i poteri al capo dello stato”. Per gli alleati di Saied il testo è l’espressione della volontà popolare. Ma su alcuni punti c’è molta polemica, in particolare sugli articoli che descrivono i poteri del presidente: a lui è attribuito il potere esecutivo, “in concorso con un governo diretto da un primo ministro”. E, soprattutto, non si accenna a nessuna forma di controllo del parlamento sull’azione del governo.

La piazza sfida i generali

Dal 30 giugno centinaia di manifestanti hanno occupato le strade di Khartoum, dando vita a un sit-in che è andato avanti diversi giorni, riporta The Arab Weekly. Hanno protestato contro la giunta militare guidata dal generale Abdel Fattah al Burhan, che ha preso il potere con un colpo di stato lo scorso 25 ottobre. Il giorno in cui sono cominciate le contestazioni l’esercito ha sparato contro la folla causando nove morti (il bilancio più sanguinoso di quest’anno), ma non è servito a dissuadere i manifestanti. Dal 25 ottobre le persone uccise durante le proteste in Sudan sono 114. La pressione della piazza ha spinto Al Burhan ad annunciare il 4 luglio il ritiro dei militari dai negoziati che si stanno svolgendo per decidere il futuro politico del paese, lasciando spazio alla formazione di un governo composto solo da civili. Ma il principale blocco dell’opposizione, le Forze per la libertà e il cambiamento, ha mantenuto il sit-in di protesta, giudicando la promessa di Al Burhan solo una “ritirata strategica”.

In cerca di giustizia

Il 30 giugno i deputati hanno approvato lo scioglimento del parlamento israeliano e indetto elezioni anticipate per il 1 novembre, le quinte in meno di quattro anni. Il centrista Yair Lapid si è insediato come primo ministro al posto di Naftali Bennett.
Gli Stati Uniti hanno fatto sapere il 4 luglio che il proiettile con cui è stata uccisa la giornalista palestinese Shireen Abu Akleh, consegnato dall’Autorità nazionale palestinese, è troppo danneggiato per stabilire in modo definitivo la sua provenienza. Tuttavia le informazioni raccolte indicano che a uccidere Abu Akleh durante un’operazione a Jenin, in Cisgiordania, l’11 maggio è stato “verosimilmente” un colpo sparato dalle forze israeliane, ma in modo involontario. Al Jazeera scrive che la famiglia di Abu Akleh continuerà a chiedere giustizia e l’accertamento delle responsabilità.

Algeri, 5 luglio 2022 (APP/NurPhoto/Getty Images)

Algeria Il 5 luglio il paese ha festeggiato con una parata militare i sessant’anni d’indipendenza dalla Francia. Per l’occasione sono stati graziati migliaia di detenuti, tra cui i condannati per affiliazione all’ hirak , un movimento di protesta popolare.

Sierra Leone Il governo di Free­town ha adottato il 5 luglio un disegno di legge, sostenuto dal presidente Julius Maada Bio, che depenalizza l’aborto. Il testo dev’essere approvato dal parlamento.

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1468 - 8 luglio 2022
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