19 febbraio 2015 18:27

In Italia il 23,4 per cento delle famiglie vive in una situazione di disagio economico, per un totale di 14,6 milioni di individui. Di questi, circa la metà si trova in grave difficoltà. Lo afferma l’Istat nel rapporto Noi Italia che analizza i dati del 2013. L’anno prima la percentuale era ancora più alta.

Le statistiche si basano sull’indicatore di deprivazione, che scatta quando si presentano almeno tre sintomi (dopo i quattro si parla di seria deprivazione) su nove elencati.

Sul 23,4 per cento delle famiglie che presentano almeno tre delle difficoltà considerate, il 50,4 per cento non può permettersi una settimana di vacanza lontano da casa, il 40,5 per cento non riuscirebbe ad affrontare una spesa imprevista di 800 euro, circa il 19 per cento dice di non riuscire a riscaldare adeguatamente l’abitazione, il 14,5 per cento di non potersi permettere un pasto adeguato almeno ogni due giorni, il 12 per cento è rimasto in arretrato con almeno un pagamento e il 2,6 per cento dichiara di non potersi permettere l’acquisto di una lavatrice, un televisore a colori, un telefono o un’automobile.

A livello territoriale è evidente la differenza tra nord e sud. Nel Mezzogiorno le famiglie deprivate sono il 40,8 per cento di quelle residenti, contro il 15,4 per cento del nordovest, il 13,1 per cento del nordest e il 17,3 per cento del centro. Le situazioni più gravi si registrano in Sicilia, Puglia, Calabria e Campania. I valori più bassi invece si ritrovano nella provincia autonoma di Trento, nel Veneto, in Piemonte, in Toscana e in Emilia-Romagna.

Il lavoro
In Italia lavorano meno di sei persone su dieci nell’età compresa tra i 20 e i 64 anni. Nel 2013, infatti, il tasso di occupazione per questa fascia d’età è calato, scendendo al 59,8 per cento. Nella graduatoria europea, solo Grecia, Croazia e Spagna presentano valori inferiori. Sono inoltre due milioni e mezzo i giovani tra 15 e 29 anni che non studiano e non lavorano, i cosiddetti Neet. Si tratta del 26 per cento degli under trenta, più di uno su quattro. Nell’Unione europea fa peggio solo la Grecia (28,9 per cento). In Italia sono comunque il triplo della Germania (8,7 per cento) e quasi il doppio della Francia (13,8 per cento). Ansa, Redattore sociale

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