11 marzo 2015 08:56
A Tokyo l’imperatore giapponese Akihito e l’imperatrice Michiko s’inchinano di fronte al memoriale per le vittime del terremoto e dello tsunami che ha colpito il paese quattro anni fa. (Toru Hanai, Reuters/Contrasto)

L’11 marzo del 2011 un terremoto sottomarino di magnitudo 9 ha colpito la costa orientale della regione di Tōhoku, in Giappone, scatenando uno tsunami, con onde alte fino a 40 metri, che ha devastato l’entroterra fino a 10 chilometri dal mare. Secondo le autorità giapponesi le vittime sono più di 18mila, di cui 2.633 persone risultano ancora disperse.

A quattro anni dal disastro le autorità del paese hanno osservato un minuto di silenzio a Tokyo e in tutte le località colpite per ricordare le vittime.

Alla catastrofe naturale, si è aggiunto l’incidente nella centrale nucleare di Fukushima Daiichi, gestita dalla società Tepco. Lo tsunami ha danneggiato il sistema di raffreddamento della centrale, causando la fusione di tre reattori. Circa trecentomila persone sono state costrette a lasciare le loro case nelle aree circostanti a causa delle radiazioni. Quattro anni dopo lo tsunami, circa 230mila persone vivono ancora in alloggi provvisori, lontani dalle loro case. Nella regione di Tōhoku, la più interessata dalla tsunami, sono state ricostruite solo seimila case, delle 30mila previste. Afp

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