14 aprile 2015 11:34

Succede troppo spesso di dover risolvere qualcosa in fretta. Non so se fosse così anche in altre epoche storiche, ma in questa in cui viviamo la fretta è la regola. Soluzioni rapide, vie di uscita e idee vincenti. Impariamo ad adattarci a questo ritmo e solo la fatica ci aiuta ogni tanto a fermarci.

I miei diari mi hanno aiutato a fare questa fatica. A fermarmi.

Per oltre dieci anni, viaggiando dentro e intorno alla Fortezza Europa, ho portato con me quaderni di carta e ho annotato storie, pensieri, luoghi. Poi quei quaderni si sono incollati alla mia libreria e la vita ha continuato nella sua necessaria fretta. Finché non ho trovato la forza di fare fatica e di fermarmi a rileggerli.

Dentro a quei quaderni ho trovato segni di un mondo che oggi riconosco fin troppo bene e che spesso ci provoca le angosce da “risolvere subito”.

Come la storia di Daniele a San Pietro di Rosà, in provincia di Vicenza. Un giovane operaio che dieci anni fa si era unito a una decina di vecchi contadini per provare a dire al nordest che la crescita a ogni costo riempiva di ferite inguaribili non solo la terra ma anche l’anima del loro paese.

O Sebah, un ingegnere iracheno, che in mezzo al traffico della Baghdad appena “liberata” tremava all’idea che quella finta pace fosse solo l’inizio di una lunga sanguinosa guerra senza confini.

O Nano, uno degli otto marinai abbandonati sulla nave Kawkab a Porto Marghera, che chiedeva alla sgangherata giustizia italiana di adeguarsi a un mondo del lavoro globale non più vincolabile ai confini nazionali.

O Aurel che, a bordo del traghetto Valona-Bari, mi raccontava quel suo primo viaggio “da regolare” dopo un paio “da clandestino” e mi spiegava che le leggi sull’immigrazione sarebbero state sempre comunque in ritardo rispetto alle esigenze delle persone reali.

Viaggiare fuori rotta, in direzione contraria, è una delle esperienze fondamentali della vita. Ma fermarsi a rileggere quelle esperienze è forse ancora più importante.

Per questo ho voluto raccogliere quei diari in un libro e per questo insieme al libro è nato il bando FuoriRotta, un invito a ideare nuovi viaggi fuori dagli schemi.

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