20 aprile 2015 11:15

Sei attivisti che hanno guidato le lotte delle loro comunità per proteggere le persone e gli ecosistemi dallo sfruttamento economico riceveranno oggi a san Francisco il premio Goldman per l’ambiente, il riconoscimento più prestigioso per le attività a favore dell’ambiente. Il premio, creato nel 1989 dai filantropi Richard e Rhoda Goldman, omaggia la gente comune che nel mondo ha ottenuto importanti vittorie nelle lotte ambientaliste. I vincitori sono selezionati da una giuria internazionale a partire da una rosa di nomi proposta dalle organizzazioni per la tutela dell’ambiente. Ecco chi sono i sei vincitori di quest’anno.

  • Berta Cáceres, Honduras. Attivista per i diritti umani degli indigeni, si è impegnata nella lotta per fermare la costruzione di quattro grandi dighe nel bacino del fiume Gualcarque. Il progetto, realizzato dall’azienda locale Desa con il sostegno della cinese Sinohydro, era stato approvato in modo illegale senza consultare la comunità indigena dei lenca, come previsto dalla legge internazionale. Secondo Cáceres, il progetto avrebbe danneggiato la principale fonte di irrigazione e di acqua potabile per la comunità.
  • Phyllis Omido, Kenya. Dopo aver scoperto che il suo latte faceva male al figlio, e dopo aver scoperto che molti bambini soffrivano per un avvelenamento da piombo, Omido ha cominciato una lotta all’interno della sua comunità a Mombasa per far chiudere la fonderia che stava avvelenando la popolazione con prodotti chimici.
  • Myint Zaw, Birmania. Nonostante l’opposizione del governo e la stretta sorveglianza sull’uso di internet, Myint Zaw ha lanciato un movimento nazionale che è riuscito a fermare la costruzione della diga Myitsone sul fiume Irrawaddy.
  • Howard Wood, Scozia. Howard Wood ha guidato una campagna per creare la prima zona marina protetta in Scozia, dando voce ai cittadini della sua comunità in un dibattito da sempre dominato dall’industria ittica commerciale.
  • Jean Wiener, Haiti. In un paese segnato dall’estrema povertà e dall’instabilità politica, Wiener ha guidato la sua comunità nella battaglia per la fondazione della prima zona marina protetta di Haiti. Wiener si è impegnato per far comprendere agli haitiani il valore a lungo termine della gestione sostenibile dell’industria ittica e delle foreste di mangrovia.
  • Marilyn Baptiste, Canada. Ex leader del popolo xeni gwet’in, delle Prime nazioni, che riunisce tutte le popolazioni indigene e autoctone del Canada, Marilyn Baptiste ha guidato la sua comunità nella lotta contro una delle principali miniere di rame e oro nella provincia della Columbia britannica. Secondo Baptiste, il progetto avrebbe distrutto un lago considerato fondamentale per preservare l’identità spirituale e per la sussistenza del popolo xeni gwet’in.

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