16 giugno 2015 18:35

Mentre i ministri degli interni di Italia, Francia e Germania sono riuniti a Lussemburgo per trovare soluzioni alla crisi dei migranti, alcuni leader europei sarebbero in trattative segrete con il governo di Asmara, guidato dal dittatore Isaias Afwerki, per chiedere la chiusura delle frontiere nel paese del corno d’Africa, in cambio di denaro o di un alleggerimento delle sanzioni. Funzionari delle Nazioni Unite e organizzazioni per i diritti umani hanno espresso preoccupazione per i presunti accordi rivelati dal quotidiano britannico The Guardian in corso tra Europa e regime di Asmara.

Il segretario di stato norvegese Jøran Kellmyr si sarebbe recato in Eritrea – definita la Corea del Nord dell’Africa a causa del regime repressivo e sanguinario – per stringere un accordo che consentirebbe alla Norvegia di rispedire a casa i richiedenti asilo eritrei. Secondo il quotidiano, anche funzionari italiani e britannici si sarebbero recati nella capitale eritrea per accordi simili. I portavoce di entrambi i governi non hanno voluto rilasciare commenti sulla questione.

Gli eritrei, in fuga dalla dittatura e dalla leva obbligatoria che dura almeno 18 mesi, ma che può essere prolungata e trasformarsi in arruolamento permanente, sono il secondo gruppo più numeroso di migranti in Europa, dopo i siriani. Circa duecento persone lasciano ogni giorno il loro paese.

“Alcuni leader europei si sono diretti a Asmara ed è chiaro che vi è una reale volontà politica di risolvere la crisi dei migranti chiudendo le frontiere”, ha detto una fonte delle Nazioni Unite al Guardian definendo tutto ciò una “tattica pericolosa”. Molti temono che il regime eritreo possa ricominciare a sparare sui migranti che varcano le frontiere, pratica annunciata dal governo nel 2004 per impedire l’emigrazione e non ancora “ufficialmente abolita”.

In un rapporto delle Nazioni Unite pubblicato l’8 giugno è emerso un quadro disastroso del paese dove vige “la cultura della paura”, con arresti arbitrari, torture e stupri ed esecuzioni extragiudiziali. Secondo il rapporto, il governo di Asmara è responsabile di clamorose e diffuse violazioni dei diritti umani, che hanno creato un clima di paura in cui il dissenso è represso, un’ampia porzione della popolazione è soggetta a reclusioni e lavoro forzato e lo stato controlla le persone con un ampio apparato che è penetrato in tutti i livelli della società.

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