08 luglio 2015 09:47
Alexis Tsipras a Bruxelles, il 7 luglio 2015. (Thierry Charlier, Afp)

Questa mattina, il primo ministro greco Alexis Tsipras parlerà al parlamento di Strasburgo. C’è grande attesa per sentire se presenterà la richiesta formale per un nuovo – il terzo – programma di assistenza finanziaria da parte dell’Esm, il Fondo salva stati permanente dell’eurozona. In cambio, gli altri paesi si aspettano un piano dettagliato di riforme che possano risanare i conti ed evitare che il paese ricorra tanto al debito. L’agenda delle riforme proposte dovrà essere esaminata dalle tre istituzioni che finora hanno prestato soldi alla Grecia (Commissione europea, Banca centrale europea, Fondo monetario internazionale) e presentata all’eurogruppo, probabilmente venerdì prossimo.

Domenica prossima si riuniranno i capi di stato e di governo dell’intera Unione europea (e non più solo dell’eurozona) perché tutti insieme devono decidere che strada prendere: se il programma di Alexis Tsipras sarà credibile, il negoziato può riprendere e i 27 stati dell’Unione (esclusa la Grecia, ovviamente) firmeranno per un nuovo prestito ad Atene. Se le proposte del governo greco non saranno considerate sufficienti, l’Europa lo lascerà solo: troncherà i negoziati, negherà un altro salvataggio e avvierà l’uscita del paese dalla moneta unica.

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