28 dicembre 2015 17:02

La Bbc ha pubblicato una lista delle principali notizie false circolate quest’anno sui social network. Alcuni dei video e delle immagini condivisi sono stati creati appositamente per ingannare le persone, mentre altri sono stati diffusi per errore nelle ore successive a situazioni di emergenza e sono più condivisi anche se non erano davvero legati ai fatti di cronaca.

1) La fotografia dei due bambini dopo il terremoto in Nepal

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Dopo il sisma che ha colpito il Nepal il 25 aprile 2015 l’immagine di due bambini piccoli abbracciati è stata diffusa attraverso Facebook e Twitter con la didascalia: “Bambina di due anni protetta dal fratello di quattro in Nepal”.

In realtà la foto risale al 2007 ed è stata scattata nel villaggio vietnamita di Can Ty dal fotografo Na Son Nguyen, ma non era la prima volta che veniva interpretata erroneamente. Inizialmente era stata condivisa come immagine di orfani abbandonati in Vietnam o in Birmania, ma in alcuni casi i due bambini erano stati fatti passare per vittime del conflitto siriano.

2) La piscina di un albergo durante il terremoto in Nepal

Il video della piscina di un albergo durante un terremoto: non risale al 2015, ma al 2010 ed è stato registrato in Messico, non in Nepal.

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In seguito al terremoto in Nepal è stato diffuso, su YouTube e su Facebook, anche questo video che mostra gli effetti di un sisma sulla piscina di un albergo ripresi da una telecamera di sicurezza. Tuttavia non si tratta di immagini registrate a Kathmandu nel 2015: probabilmente il video risale a un terremoto avvenuto in Messico nel 2010. L’indicazione della data in cui è stato registrato è stata alterata, ma alcune persone hanno riconosciuto il filmato e ne hanno denunciato la falsità.

3) Il suo viaggio di un migrante verso l’Europa postato su Instagram

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Durante l’estate migliaia di persone hanno cominciato a seguire il profilo Instagram di Abdou Diouf, un ragazzo di Dakar: apparentemente i selfie documentavano il suo viaggio dal Senegal alla Spagna. Tuttavia l’uso di alcuni hashtag come #InstaLovers e #RichKidsofInstagram hanno suscitato scetticismo e alla fine si è scoperto che le immagini facevano parte di una campagna di marketing per un festival di fotografia spagnolo.

4) Il rifugiato accusato di far parte del gruppo Stato islamico

Il post di Facebook che accusava Laith al Saleh di far parte del gruppo Stato islamico.

Un post su Facebook pubblicato a settembre mostrava il confronto tra due fotografie della stessa persona: un migrante siriano ritratto in Macedonia nell’agosto del 2015 e in Siria nel luglio del 2014, armato. Secondo l’autore del post l’uomo, poi identificato come Laith al Saleh, militava nel gruppo Stato islamico.

In realtà, prima di lasciare la Siria, Laith al Saleh faceva parte dell’Esercito siriano libero, un gruppo armato ribelle che si oppone al regime di Bashar al Assad. Dopo aver scoperto la verità l’autore del post si è scusato.

5) Gli Eagles of Death Metal in concerto

La forografia di un concerto degli Eagles of Death Metal, la band che stava suonando nella sala da concerti parigina Bataclan prima dell’attacco del 13 novembre, è stata diffusa sui social network come se fosse stata scattata poco prima dell’attentato. Tuttavia l’immagine risale a un concerto precedente, avvenuto all’Olympia theatre di Dublino, in Irlanda; era stata pubblicata sulla pagina Facebook della band il giorno prima degli attacchi.

6) Le strade deserte di Parigi

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Un’immagine ritwittata molte volte dopo gli attacchi di Parigi del 13 novembre mostra le strade della capitale francese deserte. Tuttavia non si tratta di una fotografia scattata il giorno successivo agli attentati: l’immagine fa parte di un progetto visivo intitolato [Silent world](http://www.lucieandsimon.com/works/silent_world#/7/Silent world/Art absolument, article by Alexandra Fau, 2012) che attraverso tecniche di postproduzione cerca di mostrare come apparirebbero le grandi città durante la fine del mondo.

7) #Youaintnomuslimbruv scritto nella metropolitana di Londra

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Il 5 dicembre, a Londra, Muhaydin Mire ha accoltellato e ferito tre persone nella stazione metropolitana di Leytonstone. Un testimone ha gridato all’aggressore: “You ain’t no muslim, bruv”, cioè “Non sei un musulmano, fratello”, espressione che poi è diventata un hashtag sui social network.

Una delle fotografie più ritwittate dopo l’episodio mostra un cartello della metropolitana su cui è stata scritta la stessa frase – anche un candidato sindaco della capitale britannica, Sadiq Khan, l’ha condivisa. Tuttavia questa immagine è falsa: è stata prodotta usando una app.

8) La meticolosa vendetta di un marito

Il video pubblicitario degli oggetti tagliati a metà dal marito tradito.

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A giugno il video che mostrava un uomo tedesco, tradito dalla moglie e impegnato a vendicarsi, è stato molto visto: nel filmato vengono distrutti alcuni oggetti (un cellulare, una sedia, un’automobile). Ognuno di essi è tagliato a metà. Il video, guardato più di 4,5 milioni di volte su YouTube, si accompagnava a un’asta su eBay dove erano in vendita i resti degli oggetti.

Tuttavia la storia era solo una trovata pubblicitaria per un’associazione di avvocati tedeschi finalizzata a sensibilizzare sulla pratica degli accordi prematrimoniali.

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