24 febbraio 2016 15:37

Il direttore dell’Fbi, James Comey, continua a ripetere che il conflitto in corso tra la sua agenzia e la Apple a proposito del telefono di un terrorista è solo questo: un conflitto su un telefono. In una lettera pubblicata sul blog Lawfare, Comey ha definito la disputa in questione “piuttosto limitata” e ha detto che l’Fbi aveva bisogno solo di un “piccolo” aiuto.

Ma in realtà, l’iPhone 5c appartenuto a Syed Farook – uno dei responsabili della strage di San Bernardino, in California – è solo uno di una decina di dispositivi Apple in cui l’Fbi sta cercando di entrare, stando alcuni atti resi pubblici il 23 febbraio.

In una lettera indirizzata a un giudice federale di New York, uno degli avvocati della Apple ha affermato che l’autorità di polizia federale ha chiesto all’azienda di accedere alle informazioni di altri dodici dispositivi. La lista probabilmente non comprende tutte le richieste avanzate dall’Fbi, e non include richieste simili provenienti dalla polizia locale o dei singoli stati.

Il procuratore distrettuale di Manhattan sostiene di aver richiesto alla Apple di sbloccare 175 iPhone

La lettera è stata inviata il giorno dopo che, in California, un giudice federale aveva chiesto alla Apple di aiutare l’Fbi a sbloccare l’iPhone di Farook. La lettera è stata inviata a un tribunale federale di Brooklyn, nel quale la Apple e l’Fbi sono opposti in una versione più leggera della disputa legale di San Bernardino.

Nel caso di Brooklyn, l’Fbi chiede alla Apple di estrarre dati da un iPhone bloccato che ha un vecchio sistema operativo. A San Bernardino l’Fbi chiede alla Apple di modificare il software in un iPhone più recente per aiutare gli agenti a leggere i dati che contiene. Tecnicamente la Apple è in grado di esaudire entrambe le richieste, ma ha deciso di non farlo.

Le dodici richieste presentate nella lettera sono state formulate in conformità con l’all writs act, una legge del 1789 già usata per obbligare un fornitore di telefonia ad aiutare l’Fbi in un caso di intercettazioni. Ma il giudice di Brooklyn ha espresso alcuni dubbi sulla pertinenza della legge a proposito di iPhone bloccati.

Ecco il motivo per cui la questione è così importante: queste dodici richieste, e probabilmente molte altre non incluse nella lista, rappresentano un blocco che, se aggirato, potrebbe avere conseguenze importanti.

Un motivo convincente

Se il giudice federale di San Bernardino si schiererà con l’Fbi, sarà molto più facile per i giudici assegnati ad altri casi simili costringere la Apple ad adeguarsi.

Secondo la Apple il caso non riguarda solo un telefono, ma potrebbe creare un precedente. E se riuscirà a dimostrare che il governo sta usando il caso di San Bernardino per risolvere almeno una decina di altri casi attualmente in stallo (anche se l’Fbi afferma di non voler creare un precedente), il giudice potrebbe pensarci due volte prima di soddisfare le richieste dell’Fbi.

Nel frattempo ci sono molti altri dispositivi che aspettano il loro destino, nelle mani delle autorità di polizia locali e dello stato. Il procuratore distrettuale di Manhattan, Cyrus Vance junior, sostiene di aver richiesto alla Apple di sbloccare 175 iPhone. Di recente Vance ha dichiarato a Charlie Rose, del canale Pbs, che se il governo vincerà la causa di San Bernardino, cercherà “assolutamente” di convincere la Apple a recuperare anche i dati di quei dispositivi.

È probabile che il governo abbia deciso di rendere pubblico il caso di San Bernardino, e non uno degli altri in corso, perché entrare nel telefono di un terrorista potrebbe essere un motivo convincente agli occhi di un giudice. Comey ha scritto nella sua lettera aperta che l’Fbi ha il dovere di seguire ogni indizio in un’indagine legata alla sicurezza nazionale. Nel caso di San Bernardino, la Apple è costretta ad assumere una posizione che ostacola un’indagine apparentemente cruciale, al contrario degli altri casi nei quali non risultano accuse di terrorismo, secondo un articolo del Wall Street Journal.

Oltre al conflitto legale in corso, l’Fbi potrebbe vincere la battaglia delle pubbliche relazioni che sta combattendo con la Apple. Secondo un sondaggio effettuato da Pew Research nel fine settimana, buona parte degli americani ritiene che la Apple dovrebbe soddisfare la richiesta dell’Fbi di sbloccare l’iPhone di Farook. Ma ora la Apple ha una nuova freccia al suo arco: può mostrare che aiutare l’Fbi in California potrebbe avere conseguenze di portata ben più vasta.

(Traduzione di Federico Ferrone)

Questo articolo è stato pubblicato su The Atlantic.

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