09 settembre 2016 10:56

Si tratta di una piccola vittoria per l’opposizione dello Zimbabwe. L’alta corte ha revocato il 7 settembre il divieto di manifestare nella capitale Harare decretato dal governo una settimana prima e fino al 16 settembre. Questa decisionearriva dopo che i partiti di opposizione e i militanti schierati contro il regime di Robert Mugabe, 92 anni, avevano contestato davanti alla giustizia la validità del divieto, contrario secondo loro alla costituzione.

La risoluzione, definita “coraggiosa” dai militanti, sfida gli avvertimenti rivolti aigiudici dal capo dello statoil 3 settembre. Mugabe infatti aveva accusato il potere giudiziario di “negligenza” per aver autorizzato le manifestazioni dell’opposizione sapendo che avrebbero potuto provocare delle violenze.

In passato Mugabe, un “novantenne dalla salute sempre più vacillante”, ha saputo tenere testa a tutti i suoi nemici, ma oggi deve fare i conti con un movimento di protesta senza precedenti rappresentato da 18 partiti di opposizione e da un forte movimento civile.

Le manovre di successione
Tra i manifestanti che sfidano il potere da maggio ci sono molti giovani laureati disoccupati, e che hanno più di una ragione per essere arrabbiati, perché non riescono a trovare un lavoro che corrisponda alle loro competenze e sono senza prospettive. Due organizzazioni sono particolarmente coinvolte in questa rivolta, l’Unione nazionale degli studenti dello Zimbabwe e la Coalizione dello Zimbabwe dei laureati disoccupati.

Anche se ha già annunciato la sua intenzione di ripresentarsi alle elezioni presidenziali del 2018, “è difficile pensare che Mugabe possa ancora portare a termine un nuovo mandato”, osserva l’Independent online in un editoriale. Ormai il questo anziano signore perla in modo sempre più lento e faticoso, e tiene a lungo gli occhi chiusi. Secondo i mezzi d’informazione locali, nel partito al potere, lo Zanu-Pf, sono già cominciate le manovre per la sua successione.

“Siamo entrati negli ultimi mesi dell’era Mugabe”, prevede The Spectator. E non è la salute del presidente a essere messa in discussione, ma quella del paese. Lo Zimbabwe infatti sta attraversando una crisi economica così acuta e incontrollabile che non lascia alcuna possibilità a Mugabe di rimanere al potere. Ormai l’uomo che governa il paese con mano di ferro da 36 anni è “ferito a morte”.

(Traduzione di Andrea De Ritis)

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