24 novembre 2016 14:29

Rinviato, annullato, rinviato di nuovo: alla fine il primo turno delle elezioni presidenziali si è svolto il 20 novembre ad Haiti. Si prevede che i risultati siano annunciati entro otto giorni dallo scrutinio e permetteranno di sapere se il 29 gennaio sarà necessario un secondo turno per scegliere il successore di Jocelerme Priverte, l’attuale presidente ad interim. Gli haitiani hanno anche votato per eleggere alcuni deputati e senatori.

Le precedenti elezioni, che si erano svolte nell’ottobre del 2015, erano state annullate per brogli. Rimandato al 9 ottobre 2016, il primo turno delle presidenziali è stato nuovamente rinviato a causa dell’uragano Matthew, che ha colpito la parte meridionale dell’isola facendo centinaia di morti, distruggendo i raccolti e provocando un’epidemia di colera.

Sebbene la legge elettorale vieti di diffondere i risultati prima della proclamazione ufficiale, due partiti hanno già rivendicato la vittoria: i militanti di Maryse Narcisse, candidata del partito di sinistra Fanmi Lavalas, sostenuta dall’ex presidente Jean-Bertrand Aristide, e quelli di Jovenel Moïse, il candidato del partito Tèt kale (testa rasata) del presidente uscente Michel Martelly.

Candidati poco carismatici
Queste dichiarazioni hanno provocato il caos nella capitale Port-au-Prince. Un collettivo di studiosi e professionisti ha rivolto una lettera aperta al consiglio elettorale provvisorio per denunciare “un pericoloso tentativo di manipolazione dell’opinione pubblica” da parte di alcuni mezzi d’informazione.

“Le elezioni hanno preso rapidamente le sembianze di una ‘battaglia tra ex’. Tutt’altro che carismatici, gli attuali candidati devono la loro popolarità al sostegno ricevuto dagli ex presidenti”, scrive Roromme Chantal, docente dell’università canadese di Moncton. Moïse, il candidato di destra, proprietario di una piantagione di banane, ha incentrato la sua campagna elettorale sul rilancio dell’economia. Narcisse, più a sinistra, ha invece parlato di progetti sociali come la costruzione di nuovi alloggi, scuole e ospedali.

Ma secondo Chantal non sono stati affrontati i veri problemi: la difficile ricostruzione del paese dopo il terremoto del 2010 e dopo il passaggio dell’uragano Matthew, un piano coerente di rilancio economico, di rafforzamento delle istituzioni e di stabilizzazione politica. La stampa haitiana è piuttosto critica. “Negli ultimi cinquant’anni la cattiva gestione delle nostre risorse e dei nostri problemi ci è costata più cara di tutti i capricci della natura”, scrive Le Nouvelliste.

(Traduzione di Andrea De Ritis)

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