22 dicembre 2016 11:26

L’ultima mossa di Barack Obama ha tutta l’aria di una beffa al suo successore. Il 20 dicembre il presidente uscente degli Stati Uniti ha vietato in modo permanente ogni trivellazione in cerca di giacimenti di gas o di petrolio in ampie zone dell’oceano Atlantico e del mare Artico. L’area interessata si trova al largo dell’Alaska e si estende per più di 50 milioni di ettari, comprendendo tutte le acque territoriali statunitensi del mare dei Čukči e gran parte di quelle del mare di Beaufort. Nell’oceano Atlantico Obama ha inoltre individuato 31 canyon sottomarini nei quali sarà vietata ogni attività petrolifera.

Lo stesso giorno il governo canadese di Justin Trudeau ha annunciato una moratoria sulla concessione di nuovi permessi di esplorazione alla ricerca di giacimenti di petrolio e di gas nelle acque dell’Artico canadese, con una revisione prevista ogni cinque anni. L’annuncio, immediatamente criticato dalla lobby petrolifera, è stato invece elogiato dagli ecologisti. Obama ha dichiarato che la misura serve a “proteggere un ecosistema fragile e unico che non si trova in nessun’altra regione del mondo”. Inoltre ha aggiunto che, anche con le severe norme di sicurezza istituite dai due paesi, il rischio di uno sversamento di petrolio rimane comunque elevato.

Una legge del 1953
Questa regione, dove sono in atto cambiamenti irreversibili, attira sempre di più gli interessi dell’industria delle energie fossili. In particolare, nelle acque del Canada settentrionale diverse aziende hanno già ottenuto i permessi di esplorare un’area di più di 27mila chilometri quadrati.

Obama ha fatto ricorso a una legge del 1953 (Outer continental shelf lands act) che attribuisce ai presidenti il potere di proteggere le acque territoriali da ogni tipo di attività di estrazione di idrocarburi. Di certo l’amministrazione Trump, che ha promesso di deregolamentare l’estrazione petrolifera durante il suo mandato, farà tutto il possibile per abrogare questa disposizione. Secondo alcuni esperti, l’unico modo che i repubblicani hanno per modificare il divieto imposto da Obama è chiedere al congresso di modificare la legge del 1953. Ma per farlo serve una maggioranza di sessanta voti al senato, maggioranza che per il momento i repubblicani non hanno.

(Traduzione di Andrea De Ritis)

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