13 gennaio 2020 10:19

Sotto il muschio spagnolo e la quercia viva di Skidaway Island, un sobborgo di Savannah, in Georgia, si svolgono le battute finali dell’Oyster roast, una grigliata con raccolta fondi per l’università della Georgia. E intanto emergono le divisioni politiche. “Quando siamo arrivati eravamo gli unici democratici nel raggio di chilometri, e dovevamo tenere nascosta la nostra appartenenza politica”, racconta Allen Blount, imprenditore di Jacksonville. “Ora abbiamo scoperto una rete di democratici in incognito, ma continuiamo a non dire nulla per non innervosire i nostri amici repubblicani”.

Skidaway è una località a maggioranza repubblicana. Una quindicina di chilometri più a nord, in un distretto nel centro di Savannah, nel 2016 Hillary Clinton ha ottenuto il 98 per cento dei voti. Poco lontano, nel sobborgo di Bloomingdale, Donald Trump era andato oltre l’80 per cento. “È sempre rossi contro blu, repubblicani contro democratici”, spiega Blount. “Ma è anche più complicato di così”.

La faccenda non riguarda solo la periferia di Savannah. Nelle elezioni presidenziali di novembre più di metà dei voti arriveranno dai sobborghi che si trovano ai margini dei grandi centri abitati. È difficile avere dati precisi, perché negli Stati Uniti non esiste una definizione standard di cosa è un sobborgo, e le definizioni sono importanti. Per alcuni sono aree popolate soprattutto da persone che si spostano in macchina per andare a lavorare nelle grandi città e dove le famiglie vivono in case unifamiliari. Ma l’agenzia governativa che si occupa dei censimenti usa un criterio diverso. I dati sui posti di lavoro, l’appartenenza etnica e l’istruzione, infatti, sono raccolti in base alle contee di appartenenza, e negli Stati Uniti ce ne sono circa tremila. Le contee sono naturalmente molto diverse tra loro a seconda della zona del paese – la contea di Kalawao, nelle isole Hawaii, conta meno di cento residenti, mentre quella di Los Angeles, che comprende dense aree urbane e zone rurali disabitate, ne ha più di dieci milioni – ma aiutano a capire il concetto di sobborgo.

Serbatoi repubblicani
Basandosi sulle contee intorno alle cento città più grandi del paese, Bill Frey del think-tank Brookings institution ha proposto una classificazione in tre generi di sobborghi: quelli interni e “maturi”, dove il 75-95 per cento dei terreni è edificato; quelli esterni “emergenti”, con un’urbanizzazione compresa tra il 25 e il 75 per cento; e gli “exurb”, centri extraurbani dove meno del 25 per cento dei terreni è edificato.

Un tempo tutti questi centri abitati votavano per i repubblicani. La contea di Orange, nel sud della California, non ha mai votato per un candidato democratico alla presidenza tra il 1936 e il 2016. Le elezioni nazionali sono sempre state ridotte a una battaglia tra sobborghi repubblicani e città democratiche, più il sud rurale.

I sobborghi maturi sono diventati anche una calamita per gli statunitensi più istruiti

Man mano che i sobborghi sono cresciuti e sono cambiati a livello demografico, questa tendenza politica è stata superata. Tra il 1980 e il 2016, secondo Frey, la percentuale di bianchi nei sobborghi maturi è passata dal 70 al 58 per cento. Di pari passo è cresciuta la percentuale di afroamericani, asiatici e ispanici, gruppi che tendono a votare per i democratici. Nella contea di Loudoun, che fa parte dei sobborghi della Virginia dove i democratici hanno guadagnato terreno negli ultimi anni, la percentuale di asiatici è quasi quadruplicata dal 2000, raggiungendo il 20 per cento. Un tempo in quest’area del paese dominavano gli steccati dipinti di bianco, le chiese dipinte di bianco e le persone con la pelle bianca. Oggi i centri commerciali sono pieni di negozi vietnamiti, coreani e indiani. Nel 2018, secondo Frey, il 56 per cento degli elettori in questo genere di sobborghi ha votato per i democratici.

I sobborghi maturi sono diventati anche una calamita per gli statunitensi più istruiti, che lavorano nelle grandi città o nei dintorni ma spesso preferiscono fare i pendolari dai vicini sobborghi “tecnologici”, come Aurora, alla periferia di Denver, in Colorado, o Cedar Park, fuori dai confini di Austin, in Texas (un fenomeno che a volte è definito “bright flight”, fuga delle persone brillanti). Secondo Wendell Cox dell’azienda Demographia, oggi quasi tre quarti dei laureati vivono in quelli che definisce sobborghi “storici” o “recenti” (equivalenti ai sobborghi maturi ed emergenti di Frey). Come le minoranze, anche le persone laureate tendono a votare per i democratici.

Il Partito democratico controlla ogni distretto dove più della metà degli elettori ha una laurea, incluso il sesto distretto della Georgia, alla periferia nord di Atlanta, un tempo roccaforte del politico repubblicano Newt Gingrich e attualmente rappresentato da un democratico favorevole a maggiori controlli sulla vendita di armi da fuoco.

Sobborghi di carattere
Esiste anche la possibilità che le persone si dividano nei diversi sobborghi in base ai tratti caratteriali. Lo sostiene Will Wilkinson del think-tank Niskanen di Washington. Gli psicologi identificano cinque grandi tratti della personalità, aspetti su cui poggiano altri attributi caratteriali e rimangono costanti lungo tutta l’età adulta: apertura verso le nuove esperienze, coscienziosità, estroversione, piacevolezza e instabilità emotiva. Wilkinson è convinto che almeno due di questi tratti non siano distribuiti in modo casuale.

In un contesto in cui i cambiamenti economici e la migrazione alimentano il movimento delle persone e dei posti di lavoro, gli individui con un maggior grado di apertura sono più disponibili a spostarsi, mentre le persone più coscienziose (dunque più inclini al rispetto delle regole, del dovere e dell’autodisciplina) preferiscono restare ferme. Può suonare inverosimile, ma Markus Jokela dell’università di Helsinki ha dimostrato che dai tratti caratteriali è possibile prevedere la disponibilità di un individuo a spostarsi molto lontano da casa. Jason Rentfrow, dell’università di Cambridge, ritiene che l’apertura sia più comune negli stati del New England, della regione dell’Atlantico centrale e della costa pacifica.

Non è un caso se i sobborghi abitati da questo tipo di persone hanno un’economia più vivace. Le contee che nel 2016 hanno votato per Clinton rappresentano i tre quarti della crescita del pil degli Stati Uniti tra il 2010 e il 2017, e i due terzi dei nuovi posti di lavoro. Mettendo insieme tutti questi dati emerge una tendenza: i sobborghi interni sono più istruiti, presentano la maggiore varietà etnica, producono più reddito e posti di lavoro, potrebbero ospitare un numero maggiore di persone “aperte” e votano per i democratici.

Posizione consolidata
Ma resta fuori una gran parte del panorama dei sobborghi in cui i repubblicani continuano a dominare. Utilizzando la classificazione di Frey, nei tre tipi di sobborghi Trump ha ottenuto 61 milioni di voti rispetto ai 57 milioni di Clinton. Usando una classificazione leggermente diversa, David Hopkins del Boston College ha scoperto che, se si escludono i sobborghi intorno alle venti città più grandi del paese, Trump ha ottenuto una percentuale di voti più elevata rispetto a tutti i precedenti candidati repubblicani dai tempi della trionfale rielezione di Ronald Reagan, nel 1984. Nel 2018 i democratici hanno registrato un aumento del totale dei voti nei sobborghi, ma gran parte del miglioramento è dovuto ai sobborghi maturi. I voti ottenuti dai repubblicani nei sobborghi emergenti, negli “exurb” e nei piccoli centri abitati sono rimasti inalterati o al massimo sono calati marginalmente. I repubblicani, insomma, sembrano aver consolidato la loro posizione nei sobborghi esterni, cioè quelli più lontani dai grandi centri urbani.

I repubblicani resistono, e nemmeno l’ondata blu del 2018 è riuscita a spazzarli via al livello nazionale

Tutto questo lascia pensare che i sobborghi ospitino due frange di elettori, ognuna fedele a un partito diverso. E che il divario tra i due fronti si sta allargando sempre di più.

Cambiamenti demografici e politici
Cosa comporta tutto questo in vista delle elezioni del 2020? In apparenza sembra una tendenza positiva per i democratici. Utilizzando la classificazione di Frey, risulta che i sobborghi maturi ospitano 82 milioni di persone, contro appena 27 milioni di persone dei sobborghi emergenti, favorevoli ai repubblicani, e nove milioni degli “exurb” marcatamente repubblicani. La potenziale sacca di voti dei democratici è più ampia, e nel 2018 i democratici hanno registrato un aumento dei voti da 57 a 61 milioni, “vincendo” le elezioni nei sobborghi. Molte delle politiche di Trump, come la reclusione dei figli degli immigrati al confine e lo sprezzo nei confronti degli alleati degli Stati Uniti, sono estremamente sgradite agli elettori dei sobborghi.

Ma i repubblicani resistono, e nemmeno l’ondata democratica delle elezioni di metà mandato del 2018 è riuscita a spazzarli via al livello nazionale. Nei sobborghi intorno alle cento città più grandi del paese i democratici hanno ottenuto un vantaggio di appena quattro milioni di voti su un totale di 118 milioni. Se includiamo i piccoli centri abitati, il numero di voti per i due partiti è sostanzialmente identico: 91 milioni per i democratici contro 90 milioni per i repubblicani.

Inoltre i recenti cambiamenti demografici favoriscono i repubblicani. L’aumento nella crescita urbana e suburbana registrato all’inizio dello scorso decennio, favorevole ai democratici, si è arrestato. Tra il 2010 e il 2015, secondo l’agenzia federale che svolge i censimenti, le città con più di un milione di abitanti erano cresciute più rapidamente dei sobborghi circostanti. Da allora, però, i sobborghi hanno fatto registrare una crescita maggiore, con una ripresa di quelli emergenti e degli “exurb”. Il fenomeno ha riguardato soprattutto le città medie degli stati vinti da Trump nel 2016, come Akron in Ohio e Youngstown in Pennsylvania.

Secondo David Wassermann del Cook political report questo potrebbe significare che Trump, anche perdendo nuovamente il voto popolare a causa dell’avanzata democratica nei sobborghi, potrebbe vincere le presidenziali grazie a un aumento del suo vantaggio nei collegi elettorali nelle città della Rust Belt (la cintura industriale), dove scarseggiano gli elettori laureati e quelli appartenenti alle minoranze. In definitiva, i democratici hanno rafforzato la loro presenza nei sobborghi, ma non dovunque e non abbastanza da ottenere un vantaggio decisivo in vista delle elezioni di novembre.

A Skidaway Island, l’Oyster roast è ormai terminato e la politica, per il momento, viene messa da parte. Sono stati raccolti 35mila dollari per la ricerca marina in Georgia ed è stata presentata la prima incubatrice di ostriche dello stato.

Al prossimo appuntamento, in programma a novembre, ci saranno probabilmente molte più ostriche da mangiare. Ma nessuna tregua nella battaglia politica in vista dell’altro (e ben più grande) evento previsto per lo stesso mese, le elezioni presidenziali.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

Questo articolo è uscito sul settimanale britannico The Economist.

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