18 marzo 2020 12:28

Stati Uniti Il 17 marzo Joe Biden ha vinto le primarie in Florida, Arizona e Illinois, ed è ormai a un passo dalla nomination democratica per sfidare Donald Trump nelle presidenziali statunitensi del novembre 2020. In Florida e Illinois Biden ha ottenuto circa il 60 per cento dei voti, mentre in Arizona è in vantaggio su Bernie Sanders, ma lo scrutinio è ancora in corso.

Cina Il 18 marzo il governo ha dato dieci giorni di tempo ai corrispondenti del New York Times, del Washington Post e del Wall Street Journal per restituire i loro accrediti stampa, misura che equivale di fatto all’espulsione dal paese. Si tratta di una ritorsione dopo la decisione di Washington di ridurre il numero dei cinesi autorizzati a lavorare presso cinque mezzi d’informazione controllati da Pechino negli Stati Uniti.

Iraq Due razzi si sono abbattuti il 17 marzo su un quartiere residenziale di Baghdad vicino alla Zona verde che ospita l’ambasciata statunitense. Cinque persone sono rimaste ferite nell’attacco, il quarto di questo tipo nell’ultima settimana, caratterizzata da forti tensioni tra Washington e Teheran. Il giorno stesso il premier incaricato Adnan Zorfi ha presentato il suo programma per mettere fine alla crisi politica, economica e sociale in corso nel paese, ma non è scontato che ottenga la fiducia del parlamento.

Malawi Il 17 marzo il presidente Peter Mutharika ha destituito il capo di stato maggiore dell’esercito Vincent Nundwe, molto popolare nel paese per aver ordinato ai soldati di garantire la sicurezza dei manifestanti durante le proteste antigovernative del 2019. Le proteste erano scoppiate dopo la rielezione contestata di Mutharika, e l’esercito era intervenuto per mettere fine alla repressione della polizia. Il mese scorso la corte costituzionale ha annullato la rielezione di Mutharika a causa di gravi irregolarità e ha ordinato un nuovo scrutinio a maggio.

Marocco Il 17 marzo il giornalista Omar Radi è stato condannato a quattro mesi di prigione con la condizionale e a 500 dirham di multa (47 euro) per un tweet. Radi, che farà ricorso contro la sentenza, aveva criticato la condanna a pene fino a vent’anni di prigione di alcuni leader del movimento di contestazione Hirak, attivo nel nord del paese tra il 2016 e il 2017.

Russia Lo scrittore e attivista Eduard Limonov è morto il 17 marzo a Mosca. Aveva 77 anni. Nel 1974 aveva lasciato l’Unione Sovietica per raggiungere gli Stati Uniti. Tornato in Russia negli anni novanta, aveva fondato un partito d’opposizione “nazional-bolscevico”, poi durante la guerra in Bosnia Erzegovina si era schierato a fianco dei nazionalisti serbi, dichiarando di aver anche combattuto al loro fianco. Lo scrittore Emmanuel Carrère gli aveva dedicato il romanzo biografico Limonov.

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