03 giugno 2020 12:11

Stati Uniti
Il 2 giugno migliaia di persone hanno sfidato il coprifuoco notturno in molte città, tra cui Washington, New York e Los Angeles, per partecipare alle manifestazioni contro la brutalità della polizia e il razzismo. Una delle manifestazioni più grandi si è svolta a Houston, la città natale di George Floyd, ucciso dalla polizia a Minneapolis il 25 maggio. Il candidato democratico alle presidenziali Joe Biden ha accusato il presidente Donald Trump di aver trasformato il paese in un “campo di battaglia”.

Francia
Ventimila persone hanno partecipato il 2 giugno a Parigi a una manifestazione non autorizzata contro le violenze della polizia, chiedendo giustizia per Adama Traoré, morto dopo essere stato arrestato nella capitale francese nel 2016. Alcuni partecipanti hanno lanciato sassi contro i poliziotti, che hanno risposto con i lacrimogeni. Altri eventi minori si sono svolti a Marsiglia e a Lione. Le proteste non erano state autorizzate a causa dell’emergenza coronavirus.

Regno Unito-Cina
Il 2 giugno il primo ministro Boris Johnson ha annunciato che, se la Cina porterà avanti un progetto di legge sulla sicurezza nazionale da applicare a Hong Kong, Londra concederà agli abitanti del territorio dei passaporti e la possibilità di accedere alla cittadinanza britannica. Attualmente circa 350mila abitanti dell’ex colonia britannica sono in possesso di “passaporti britannici d’oltremare”, che permettono di entrare nel Regno Unito senza visto per un massimo di sei mesi. Il governo cinese ha intimato a Londra di mettere fine immediatamente alle sue ingerenze.

Siria
Nella notte tra il 2 e il 3 giugno l’aviazione russa ha condotto una serie di raid contro gruppi jihadisti al confine tra le province di Hama, Idlib e Latakia, nel nordovest del paese. Si tratta dei primi raid russi da quando, il 6 marzo, è entrata in vigore una tregua nella regione. L’annuncio è stato dato dall’ong Osservatorio siriano dei diritti umani.

Libia
La missione d’appoggio dell’Onu in Libia (Manul) ha annunciato il 2 giugno che il governo di accordo nazionale guidato da Fayez al Sarraj e l’esercito nazionale libico del generale Khalifa Haftar hanno accettato di riprendere le trattative in vista di un cessate il fuoco. Le due parti non hanno confermato l’annuncio e per ora i combattimenti proseguono, soprattutto nella regione di Tripoli. Nell’aprile del 2019 Haftar ha lanciato un’offensiva per impadronirsi della capitale.

Yemen
Il 2 giugno le Nazioni Unite hanno annunciato che una conferenza virtuale dei donatori ha raccolto solo 1,35 dei 2,4 miliardi richiesti per affrontare la crisi umanitaria in corso nel paese. Secondo l’Onu circa 24 milioni di persone, più di due terzi della popolazione totale, dipendono dagli aiuti umanitari. Dal 2015 decine di migliaia di persone sono morte nel conflitto in corso nel paese.

Bolivia
Il presidente del tribunale supremo elettorale Salvador Romero ha annunciato che le elezioni presidenziali e legislative, rinviate a causa dell’emergenza coronavirus, si svolgeranno il 6 settembre. Il paese è attualmente diretto dalla presidente ad interim Jeanine Áñez, dopo le dimissioni e la fuga dal paese nel novembre scorso del capo di stato socialista Evo Morales. Morales, che oggi vive in Argentina, si era proclamato vincitore delle elezioni presidenziali di ottobre, ma era stato accusato di brogli.

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