26 giugno 2020 17:07

L’Europa ha visto un aumento dei casi settimanali di covid-19 per la prima volta in mesi, mentre le restrizioni vengono allentate. A lanciare l’allarme è stata l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) il 25 giugno. In una conferenza stampa virtuale, il direttore regionale Hans Henri Kluge ha detto che in undici paesi una trasmissione accelerata del virus ha portato a una “ripresa molto significativa” dei contagi e che il rischio di una nuova ondata “è diventato realtà”. Se non si farà niente per frenarla, ha avvertito ancora Kluge, i sistemi sanitari potrebbero “arrivare al limite”.

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Nella regione europea, che copre 54 paesi e sette territori tra Europa, Medio Oriente e Asia centrale, l’Oms ha registrato 2,6 milioni di casi di covid-19 e 195mila morti. Ogni giorno ci sono quasi ventimila nuovi contagi e settecento decessi. In trenta paesi nelle ultime due settimane c’è stato un aumento dei nuovi casi cumulativi e la situazione è particolarmente preoccupante in undici di questi: Armenia, Svezia, Moldova, Macedonia del Nord, Azerbaigian, Kazakistan, Albania, Bosnia Herzegovina, Kirghizistan, Ucraina e Kosovo.

In ogni caso secondo l’Oms nella maggior parte dei paesi la situazione dovrebbe calmarsi nel corso dell’estate. Ma, ha avvertito ancora Kluge, “dobbiamo prepararci per l’autunno, quando il covid-19 potrebbe incrociare l’influenza, la polmonite e altre malattie stagionali, perché sostanzialmente il virus sta ancora circolando attivamente nelle nostre comunità e per ora non ci sono una cura né un vaccino efficaci”.

Le altre notizie dal mondo

  • Con 41mila nuovi casi di covid-19, il 25 giugno gli Stati Uniti hanno registrato un record nei contagi per il secondo giorno di fila. Quattro stati – Alabama, Alaska, Montana e Utah – hanno registrato il più alto totale quotidiano. La California, dove il numero delle infezioni è raddoppiato in un mese e il 25 giugno si sono superati i 200mila casi, è diventato il secondo stato per totale di contagi, anche se il tasso d’infezione pro capite resta più basso di quello di New York.
  • Le infezioni sono in aumento soprattutto negli stati del sud e dell’ovest, che erano stati risparmiati dai primi focolai. In molti casi gli ospedali sono in difficoltà e le autorità locali hanno sospeso i piani per allentare le misure per il contenimento del virus. Il governatore della Florida, per esempio, ha avvertito che non si passerà alla prossima fase di riapertura, mentre quello del Texas ha bloccato la riapertura e ha dato disposizioni per creare nuovi posti negli ospedali per i malati di covid-19. La Casa Bianca ha annunciato che la task force per il coronavirus si riunirà il 26 giugno per la prima volta in quasi due mesi.
  • Il 26 giugno l’Unicef, l’agenzia delle Nazioni Unite per l’infanzia, ha avvertito che nello Yemen “milioni di bambini potrebbero essere spinti sull’orlo della fame dalla pandemia”, che si sta diffondendo nel paese devastato dalla guerra, mentre si registra un forte calo dei finanziamenti per l’aiuto umanitario. In un rapporto intitolato “Yemen five years on: children, conflict and covid-19” (Lo Yemen dopo cinque anni: bambini, conflitto e covid-19) l’Unicef scrive che il numero di bambini malnutriti potrebbe raggiungere i 2,4 milioni entro la fine dell’anno, mentre altri 30mila bambini potrebbero soffrire di malnutrizione acuta nei prossimi sei mesi.
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Nello Yemen, dove dal 2015 una coalizione guidata dall’Arabia Saudita conduce un’operazione militare al fianco del governo riconosciuto dalla comunità internazionale contro i ribelli sciiti huthi, un sistema sanitario e delle infrastrutture distrutte sono del tutto impreparati a gestire la diffusione del nuovo coronavirus. E “la già tragica situazione dei bambini potrebbe deteriorarsi considerevolmente”, si legge nel rapporto.

  • L’Egitto si prepara ad allentare le restrizioni il 27 giugno, nonostante un aumento del numero delle infezioni. I ristoranti potranno operare al 25 per cento delle loro capacità e dovranno chiudere alle 22, mentre le chiese e le moschee resteranno chiuse per le preghiere settimanali, il momento in cui si raduna più folla. Le attrazioni turistiche principali del paese, come le piramidi di Giza e i siti antichi lungo il Nilo, riapriranno invece a luglio. Ma diversi esperti hanno contestato l’allentamento delle misure, sottolineando come nel paese il virus continui a diffondersi. Il 26 giugno sono stati registrati 1.774 nuovi contagi, il numero più alto finora, portando il totale a 60mila casi, con 2.450 decessi, il bilancio più grave del mondo arabo.
  • Mentre l’Afghanistan raggiunge i trentamila casi di covid-19, la procura generale ha fatto sapere il 25 giugno che è stato registrato un aumento della violenza contro le donne. Nei primi sei mesi del 2020 sono stati confermati 1.173 casi di violenza contro le donne e 832 casi di abusi nei confronti dei minori. I mezzi d’informazione locali, inoltre, denunciano la difficoltà degli ospedali della capitale Kabul a gestire l’emergenza sanitaria legata al nuovo coronavirus, la mancanza di test diagnostici e di respiratori.
  • Il 26 giugno la Nuova Zelanda ha registrato un nuovo caso di covid-19, dopo che per più di una settimana non erano stati registrati contagi. Il caso è stato individuato durante i controlli di routine a cui si devono sottoporre tutte le persone che entrano nel paese.
  • L’Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha raccomandato ai paesi dell’Unione europea di dare l’autorizzazione condizionata per mettere sul mercato il remdesivir destinato ai malati di covid-19. In un comunicato l’agenzia ha precisato che la raccomandazione dovrà essere approvata dalla Commissione europea. Il remdesivir è un farmaco antivirale che interrompe la replicazione del virus inibendo un enzima, ed è stato sviluppato dall’azienda farmaceutica Gilead Sciences per curare l’ebola e i virus imparentati. L’autorizzazione all’immissione in commercio condizionata è uno strumento dell’Ema che consente di vendere un farmaco per un anno nei paesi dell’Unione, senza che siano disponibili tutti i dati sulla sua efficacia e sugli effetti collaterali. La Gilead ha tempo fino a dicembre per fornire questi dati.

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