Mentre Cina, Canada e India hanno rilasciato nuove autorizzazioni per la sperimentazione sugli esseri umani di potenziali vaccini contro il covid-19, il comitato incaricato di fare raccomandazioni sull’uso dei vaccini ai Centers for disease control and prevention (Cdc) degli Stati Uniti ha organizzato una prima riunione per definire quali saranno le priorità nella somministrazione del farmaco. Perché, anche se le previsioni più ottimistiche si realizzeranno e un vaccino sarà già disponibile entro l’autunno, le quantità prodotte non saranno in grado di coprire tutta la popolazione.
In cima alla lista di chi dovrà ricevere il vaccino i Cdc statunitensi mettono gli operatori sanitari e altri impiegati di settori chiave, con la massima priorità a chi corre i rischi per la salute più elevati e a chi lavora nella sicurezza nazionale. Questo gruppo è formato da circa 12 milioni di persone (su una popolazione di 330 milioni di persone). Nella “seconda fascia” rientrano altri 110 milioni di statunitensi che lavorano sempre nel settore sanitario o che appartengono a uno di questi gruppi: persone con più di 65 anni; persone che vivono in residenze sanitarie assistite; persone con malattie che fanno aumentare il rischio di gravi complicazioni in caso di contagio da covid-19. Poi viene il resto della popolazione generale, circa 206 milioni di persone.
Ma questo schema così vago, sottolineano gli esperti, lascia molte questioni in sospeso. In particolare ci sono alcuni gruppi vulnerabili che andrebbero protetti. È il caso delle donne in gravidanza, che generalmente sono tra le ultime a ricevere un vaccino perché il farmaco potrebbe danneggiare il feto. Tuttavia, nel caso del covid-19, sembra che le donne incinte corrano un rischio più alto di sviluppare disturbi respiratori che richiedono il ricovero in terapia intensiva e l’uso di ventilatori.
Allo stesso tempo c’è chi fa notare che bisognerebbe proteggere le comunità più fragili, come i nativi, gli ispanici e gli afroamericani, che hanno sofferto maggiormente le conseguenze della pandemia perché hanno indici di povertà più alti e spesso non hanno le risorse economiche per farsi curare.
Sempre negli Stati Uniti, almeno sedici stati hanno rinviato i loro piani di uscita dal lockdown dopo un aumento dei contagi e del numero dei pazienti ricoverati in ospedale. Tra gli stati più colpiti c’è la California, dove per mesi i tassi di contagio sono stati molto bassi, spingendo la popolazione ad abbassare la guardia, scrive il New York Times. Oggi la California registra più di centomila casi di covid-19. Anche l’Arizona ha ordinato la chiusura di bar, locali notturni, palestre, cinema e parchi acquatici dopo un picco di contagi.
Le altre notizie dal mondo
- Mentre nel mondo si registrano 10,3 milioni di casi di covid-19 e 506mila morti, l’Unione europea ha pubblicato la lista di 14 paesi i cui cittadini potranno varcare le frontiere europee dal 1 luglio: Australia, Canada, Giappone, Marocco, Corea del Sud, Algeria, Georgia, Montenegro, Nuova Zelanda, Ruanda, Serbia, Thailandia, Tunisia e Uruguay. Bruxelles è pronta ad aggiungere la Cina, se Pechino farà entrare i cittadini europei sul suo territorio
- Negli ultimi giorni il Regno Unito ha allentato le misure di contenimento, ma la scoperta di un nuovo focolaio nella città di Leicester ha spinto le autorità a ordinare nuovamente la chiusura dei negozi non essenziali e a rinviare l’apertura di altre attività, come bar, ristoranti e parrucchieri. Il 30 giugno il premier Boris Johnson ha inoltre presentato un piano per uscire dalla crisi economica.
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- Sempre nel Regno Unito riprenderanno i test clinici per valutare l’efficacia della clorochina e dell’idrossiclorochina come terapia contro il covid-19. I test erano stati interrotti dopo la pubblicazione di uno studio su Lancet, che poi era stato ritirato per incongruenze nei dati.
- In India alcune città si preparano a rinviare l’uscita dal lockdown perché non sono riuscite a contenere i contagi. In tutto il paese i nuovi casi giornalieri sono nell’ordine dei ventimila.
- La Thailandia, invece, non registra nuovi contagi sul suo territorio da 36 giorni consecutivi.
- In Cina è stato individuato un nuovo virus dal potenziale pandemico, che ha infettato i suini, ma che secondo i ricercatori potrebbe contagiare anche gli esseri umani.
- Le Nazioni Unite hanno lanciato l’allarme sul fatto che la pandemia di covid-19 rischia di far aumentare i matrimoni precoci e le mutilazioni genitali femminili, bloccando i progressi fatti in questi campi negli ultimi anni e compromettendo il futuro di milioni di bambine. Secondo Natalia Kanem, responsabile del Fondo dell’Onu per la popolazione, 13 milioni di ragazze potrebbero essere costrette a sposarsi prematuramente e due milioni rischiano di subire mutilazioni genitali.
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