08 settembre 2020 12:12

Bielorussia
L’8 settembre il servizio delle guardie di frontiera bielorusso ha annunciato che l’oppositrice Maria Kolesnikova, di cui il giorno prima era stata denunciata la scomparsa, è stata arrestata alla frontiera ucraina. Alcuni testimoni avevano detto di averla vista salire su un minibus contro la sua volontà. Il 7 settembre il capo della diplomazia dell’Unione europea Josep Borrell ha chiesto la scarcerazione immediata dei prigionieri politici in Bielorussia.

Germania-Russia
Il 7 settembre l’oppositore russo Aleksej Navalnyj è uscito dal coma indotto farmacologicamente a quasi tre settimane dal suo avvelenamento in Russia con un gas nervino del tipo Novichok. L’annuncio è stato dato dai medici che lo hanno in cura a Berlino. Il 6 settembre il governo tedesco ha minacciato sanzioni se entro pochi giorni la Russia non fornirà spiegazioni sull’avvelenamento.

Regno Unito-Stati Uniti
È ripreso il 7 settembre a Londra l’esame della richiesta di estradizione degli Stati Uniti nei confronti del fondatore di Wikileaks Julian Assange, accusato di aver pubblicato più di 700mila documenti riservati. In caso di estradizione Assange potrebbe essere condannato a 170 anni di prigione.

Arabia Saudita
Il 7 settembre un tribunale di Riyadh ha annullato cinque condanne a morte pronunciate per l’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi, avvenuto il 2 ottobre 2018 a Istanbul, commutando la pena a venti anni di prigione. La fidanzata di Khashoggi ha definito “una farsa” la sentenza, che è stata contestata anche dalle Nazioni Unite e dalla Turchia.

Cina-Australia
Due giornalisti australiani, Bill Birtles e Michael Smith, hanno lasciato la Cina nella notte tra il 7 e l’8 settembre, accompagnati da alcuni diplomatici di Canberra, perché temevano di essere arrestati. Nei giorni scorsi Birtles e Smith erano stati interrogati dalla polizia. Ad agosto un’altra giornalista australiana, Cheng Lei, era stata arrestata per “ragioni di sicurezza nazionale”. Le relazioni tra l’Australia e la Cina sono molto tese da circa due anni.

Indonesia
Il 7 settembre circa trecento rifugiati rohingya sono sbarcati sulla costa nord dell’isola indonesiana di Sumatra dopo aver trascorso sette mesi in mare. Erano partiti dai campi per rifugiati del Bangladesh nel febbraio scorso. Secondo l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, circa trenta persone sarebbero morte durante il viaggio. Quasi un milione di rohingya, in fuga dalle persecuzioni in Birmania, si sono rifugiati in Bangladesh.

Somalia
Il 7 settembre cinque soldati somali sono morti in un attentato suicida con autobomba all’ingresso di una base militare a Janay Abdalla, a 60 chilometri dalla città portuale di Chisimaio. L’attentato, in cui è rimasto gravemente ferito un consigliere militare statunitense, è stato rivendicato dal gruppo jihadista Al Shabaab.

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