04 gennaio 2021 11:32

Stati Uniti
Il 3 gennaio il Washington Post ha pubblicato l’audio di una telefonata in cui il presidente statunitense Donald Trump chiede al segretario di stato della Georgia, il repubblicano Brad Raffensperger, di “trovare” 11.780 voti per ribaltare l’esito del voto nello stato. Raffensperger resiste alle pressioni sostenendo che il voto è stato regolare. Nel frattempo, si è insediato il nuovo congresso e la democratica Nancy Pelosi è stata confermata presidente della camera dei rappresentanti. La maggioranza al senato dipenderà invece dall’esito del voto del 5 gennaio per due seggi in Georgia.

Niger
Il bilancio del duplice attacco jihadista compiuto il 2 gennaio nei villaggi di Tchoma Bangou e Zaroumadareye, nella regione occidentale di Tillabéri, è salito a un centinaio di vittime. L’attacco si è verificato pochi giorni dopo il primo turno delle elezioni presidenziali, che si è svolto il 27 dicembre. Il candidato del partito al potere, Mohamed Bazoum, è arrivato in testa con il 39,33 per cento dei voti, davanti all’ex presidente Mahamane Ousmane con il 16,99 per cento. Il ballottaggio è previsto il 20 febbraio.

Repubblica Centrafricana
Il 3 gennaio un gruppo ribelle ha assunto il controllo della città di Bangassou, 750 chilometri a est della capitale Bangui. Il 19 dicembre una coalizione di gruppi armati aveva lanciato un’offensiva per “conquistare la capitale” e “sabotare le elezioni presidenziali”. Oggi è prevista la pubblicazione dei risultati parziali del primo turno delle presidenziali, che si è svolto il 27 dicembre.

Etiopia-Egitto-Sudan
Il 3 gennaio sono ripresi in videoconferenza i negoziati tra l’Etiopia, l’Egitto e il Sudan sulla Grande diga del rinascimento (Gerd), costruita da Addis Abeba sul Nilo Azzurro. La diga è contestata dal Cairo e da Khartoum, che temono conseguenze negative per il loro approvvigionamento idrico.

Siria
Almeno nove persone, tra cui sette soldati, sono morte il 3 gennaio in un attacco del gruppo Stato islamico (Is) contro un autobus sulla strada che collega Raqqa alla capitale Damasco. Secondo l’ong Osservatorio siriano dei diritti umani, altre 16 persone sono rimaste ferite. Il 30 dicembre 39 militari erano morti in un attacco rivendicato dall’Is nella provincia di Deir Ezzor, nell’est del paese.

Pakistan
Il 3 gennaio un commando armato ha ucciso undici minatori di etnia hazara a Mach, nella provincia sudoccidentale del Belucistan. Alcuni corpi sono stati ritrovati decapitati. Gli hazara, di religione sciita, sono spesso vittime di violenze e discriminazioni.

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