14 gennaio 2021 10:47

Stati Uniti
Il 13 gennaio la camera dei rappresentanti ha approvato, con 232 voti a favore e 197 contrari, l’impeachment del presidente Donald Trump, accusato di aver incitato i suoi sostenitori a dare l’assalto al Campidoglio a Washington. Hanno votato a favore anche dieci deputati repubblicani. Trump diventa così il primo presidente a essere messo in stato d’accusa per due volte. Il processo al senato si svolgerà dopo l’insediamento del presidente eletto Joe Biden, previsto il 20 gennaio.

Russia
Il 13 gennaio l’oppositore Aleksej Navalnyj, sopravvissuto a un tentativo di avvelenamento nell’agosto scorso, ha annunciato che domenica tornerà in Russia, dove però rischia l’arresto. Secondo un’inchiesta giornalistica, Navalnyj sarebbe stato avvelenato con un gas nervino dai servizi di sicurezza dell’Fsb, su ordine del Cremlino. L’oppositore, 44 anni, ha trascorso la convalescenza in Germania.

Belgio
Centinaia di persone si sono scontrate con la polizia la sera del 13 gennaio a Schaerbeek, alla periferia di Bruxelles, durante una manifestazione per denunciare la morte in commissariato di un uomo di 23 anni, identificato come Ibrahima B. L’uomo era stato arrestato il 9 gennaio durante un controllo su alcune persone radunate in strada in violazione delle misure contro il covid-19. La procura di Bruxelles ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo.

Uganda
Il 14 gennaio gli elettori sono chiamati alle urne per il primo turno delle elezioni presidenziali e legislative. Il presidente Yoweri Museveni, al potere da 35 anni, punta a un sesto mandato. Il suo principale avversario sarà il cantante Bobi Wine, 38 anni. La campagna elettorale è stata caratterizzata da violenze in cui sono morte decine di persone, e negli ultimi giorni il governo ha bloccato i social network.

Etiopia
Il 13 gennaio la Commissione etiopica dei diritti umani ha annunciato che almeno 80 persone sono morte nelle violenze etniche scoppiate il giorno prima nella regione di Benisciangul-Gumuz, nell’ovest del paese. Secondo fonti locali, un commando armato di etnia gumuz avrebbe condotto un attacco contro la comunità amhara. Nel frattempo, il governo ha annunciato l’uccisione nella regione settentrionale del Tigrai dell’ex ministro degli esteri Seyoum Mesfin, esponente del Fronte popolare di liberazione del Tigrai.

Siria-Israele
Il bilancio degli attacchi condotti dall’aviazione israeliana nella notte tra il 12 e il 13 gennaio contro postazioni militari e depositi di armi nell’est della Siria è salito a 57 vittime. Secondo l’ong Osservatorio siriano dei diritti umani, le vittime sono 14 soldati siriani e 43 componenti delle milizie filoiraniane.

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