23 aprile 2021 11:05

Ambiente
Il 22 aprile, nel corso di un vertice di due giorni sulla crisi climatica organizzato in videoconferenza da Washington, il presidente statunitense Joe Biden ha affermato che “il decennio in corso sarà decisivo per evitare le conseguenze più gravi della crisi climatica” e che i governi hanno “l’imperativo morale ed economico di agire”. Biden si è impegnato a ridurre del 50-52 per cento entro il 2030 le emissioni di gas serra degli Stati Uniti. Il presidente cinese Xi Jinping e il primo ministro indiano Narendra Modi non hanno invece preso nuovi impegni sulle emissioni.

Haiti
La conferenza dei vescovi locale ha annunciato il 22 aprile che tre dei sette religiosi rapiti una decina di giorni fa a Croix-des-Bouquets sono stati rilasciati. I sette religiosi, due dei quali francesi, erano stati sequestrati insieme ad altre tre persone. I rapitori avevano chiesto un riscatto di un milione di dollari.

Russia-Ucraina
Il 23 aprile è cominciato il ritiro delle truppe russe dalla frontiera ucraina, annunciato il giorno prima dal ministro della difesa russo Sergej Šojgu. Secondo Šojgu, la presenza massiccia delle truppe al confine era dovuta a un’esercitazione militare, mentre Kiev e la Nato temevano un intervento a sostegno dei ribelli filorussi attivi nell’est dell’Ucraina.

Israele-Palestina
La sera del 22 aprile almeno 105 palestinesi sono rimasti feriti negli scontri con la polizia scoppiati a Gerusalemme Est, vicino all’ingresso della città vecchia, in seguito a una manifestazione organizzata dal movimento ebraico d’estrema destra e antiarabo Lahava. La polizia ha arrestato circa cinquanta persone tra palestinesi e israeliani.

Libia
L’ong Sos Mediterranée ha affermato il 22 aprile che più di cento persone risultano disperse dopo il naufragio di un gommone al largo della Libia. Secondo l’ong, a bordo del gommone c’erano 130 migranti e una decina di corpi sono stati avvistati vicino ai resti dell’imbarcazione. Ci sono poche speranze di trovare sopravvissuti perché al momento del naufragio le condizioni del mare erano proibitive.

Algeria
Il 23 aprile il tribunale di Sidi M’Hamed ha condannato lo studioso dell’islam Saïd Djabelkhir a tre anni di prigione per “offesa ai precetti dell’islam”. Djabelkhir, 53 anni, era stato denunciato da un suo collega dell’università di Sidi Bel Abbes per aver affermato che alcuni passi del Corano “non sono fatti storici ma servono a trasmettere valori morali”.

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