04 novembre 2022 10:49

Israele
Il 3 novembre la Commissione elettorale ha comunicato i risultati ufficiali delle elezioni legislative del 1 novembre, che permettono all’ex primo ministro Benjamin Netanyahu di tornare al potere. Il partito Likud di Netanyahu (destra) ha ottenuto la maggioranza relativa dei voti, conquistando 32 seggi. La coalizione composta dal Likud, dai suoi alleati ultraortodossi e dal Partito sionista religioso (estrema destra) dispone di 64 seggi sui 120 della Knesset.

Iran
Le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco il 3 novembre a Karaj, vicino a Teheran, contro i partecipanti a una cerimonia di commemorazione per Hadis Najafi, una manifestante per i diritti delle donne uccisa dalla polizia a settembre. Secondo l’agenzia di stampa ufficiale Irna, negli scontri è morto un paramilitare di 24 anni. Il bilancio della repressione seguita alla morte il 16 settembre di Mahsa Amini è di almeno 170 vittime.

Pakistan
Il 3 novembre un uomo ha aperto il fuoco contro l’ex primo ministro Imran Khan durante una “lunga marcia” di protesta verso Islamabad, ferendolo a una gamba. Almeno una persona è morta nell’attacco. Il 28 ottobre Khan aveva lanciato una marcia da Lahore alla capitale, insieme a migliaia di sostenitori, per chiedere le elezioni anticipate.

Ucraina-Russia
Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj ha affermato che 4,5 milioni di persone sono rimaste senza elettricità nella notte tra il 3 e il 4 novembre a causa dei raid russi contro le infrastrutture del paese, denunciando un atto di “terrorismo energetico”. Il 3 novembre l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) ha annunciato di non aver rilevato tracce di attività nucleari segrete nelle centrali ucraine visitate.

Argentina
Il 3 novembre il giudice Marcelo Martínez de Giorgi ha incriminato quattro membri del gruppo di estrema destra Revolución federal con l’accusa d’incitamento all’odio nei confronti della vicepresidente Cristina Fernández. Il 1 settembre Fernández era sfuggita a un tentativo di omicidio compiuto da un uomo di 35 anni, Fernando Sabag Montiel, a cui si era inceppata la pistola.

Guinea
Il 3 novembre la giunta militare al potere ha chiesto, in una lettera indirizzata ai procuratori generali del paese, l’apertura di un’inchiesta per corruzione nei confronti dell’ex presidente Alpha Condé, che ha guidato il paese dal 2010 al 2021, e di altre 180 persone tra ex ministri e alti funzionari. La giunta, al potere dal settembre 2021, considera la lotta alla corruzione una priorità.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it