27 gennaio 2021 15:31
  • I paesi di tutto il mondo stanno chiudendo i loro confini e aumentando le attività di test e tracciamento sui viaggi da e per l’estero nel tentativo di isolarsi dalla minaccia di varianti più resistenti e contagiose del virus. In Europa la Francia si sta muovendo per imporre rigide misure di ingresso e uscita, il Regno Unito sta valutando una quarantena alberghiera obbligatoria per alcuni viaggiatori e la Germania si interroga sulla possibilità di interrompere quasi tutti i voli d’ingresso. L’Unione europea chiede un’azione più coordinata tra gli stati membri per limitare i viaggi da aree ad alto rischio. L’Australia ha sospeso i corridoi di viaggio (tratte aeree che è possibile percorrere senza l’obbligo di test o quarantena) con la Nuova Zelanda per tre giorni dopo che un caso della variante sudafricana è sfuggito al rigoroso sistema di quarantena neozelandese e la premier Jacinda Ardern ha affermato che i confini del paese resteranno chiusi finché i neozelandesi non saranno “vaccinati e protetti”.
  • In Perù, il presidente Francisco Sagasti ha annunciato nella notte del 26 gennaio un lockdown totale della capitale e di altre nove regioni, dopo un aumento significativo dei contagi. Gli ospedali sarebbero prossimi al collasso, ha deto Sagasti, confermando che le misure prese resteranno in vigore almeno fino al 14 febbraio. Le nuove norme includono lavoro da remoto, chiusura di tutti i negozi non essenziali, la sospensione dei viaggi interregionali terrestri e aerei e l’estensione del divieto ai voli provenienti dall’Europa e dal Brasile, nel tentativo di frenare nuovi ceppi più contagiosi del virus. Solo il 26 gennaio il Perù ha registrato 4.444 nuovi casi. Dall’inizio della pandemia i contagi sono stati 1.107.239 e i morti 40.107, su una popolazione di 31 milioni di abitanti.
  • Scatta dal 27 gennaio in Belgio il divieto per i viaggi non essenziali all’estero, vietati fino al 1 marzo. Si potrà entrare o uscire dal paese, via terra o in aereo, solo per ragioni di necessità o urgenza (motivi di lavoro, motivi di salute o familiari seri e comprovati, urgenze legali). A chi viaggerà, le autorità belghe chiederanno non solo il Passenger locator form, cioè l’autocertificazione che indica i dettagli dello spostamento, ma anche una dichiarazione che spiega il motivo del viaggio, accompagnata dai documenti che la provano. Il divieto non si applica ai lavoratori transfrontalieri.
  • In Bulgaria, dal 29 gennaio al 30 aprile, sarà obbligatorio esibire un test negativo al covid-19 per chi arriva dall’Ue e da paesi terzi. A Sofia è cominciata la vaccinazione delle persone anziane nelle case di cura. Finora i due farmaci approvati nell’Unione europea, quello della Pfizer-Biontech e della Moderna, sono stati somministrati a 29mila persone su una popolazione di sette milioni di abitanti. La Bulgaria ha attualmente 26.505 casi attivi, dall’inizio della pandemia ha registrato 216.416 contagi e 8.916 morti.
  • Il 24 gennaio Israele ha decretato la sospensione dei voli internazionali per una settimana.
  • Negli Stati Uniti, il presidente Joe Biden ha ripristinato alcune restrizioni di viaggio che l’ex presidente Donald Trump aveva revocato prima di lasciare l’incarico. Quando applicate rigorosamente, le restrizioni di viaggio sono state molto efficaci nel ridurre la diffusione del virus, scrive Jonathan Wolfe sul New York Times. “Ma le restrizioni volute da Biden presentano alcune falle, come il permesso ai cittadini statunitensi di tornare a casa. È possibile che varianti più contagiose stiano già circolando negli Stati Uniti perché il paese non ha un programma nazionale per sequenziare o rilevare il virus (la variante cosiddetta brasiliana è stata scoperta nel Minnesota poche ore dopo che Biden ha reimposto le restrizioni di viaggio). Tuttavia, ha affermato John Moore, virologo della Weill Cornell Medicine di New York, le restrizioni di viaggio possono ancora essere utili per frenarne la diffusione.’Anche se le varianti sono già qui, più spesso ne arrivano attraverso i viaggi, più sono probabili gli eventi superdiffusori’, ha detto il dottor Moore”.
  • Gli ospedali in Portogallo sono sull’orlo del collasso dopo settimane di crescita costante dei ricoveri per codiv-19 e il governo sta valutando la possibilità di chiedere aiuto all’estero. Lo ha detto la ministra della salute portoghese, Marta Temido, in un’intervista alla rete pubblica Rtp in cui ha affermato che “il governo portoghese sta attivando tutti i meccanismi disponibili, principalmente in ambito internazionale, per garantire che i malati abbiano la migliore assistenza”. In Portogallo i casi totali sono stati 654mila, le guarigioni 475mila e i decessi undicimila. Tuttavia tra il 20 e il 26 gennaio i nuovi casi sono stati 86.610.
  • Il sindaco di Mosca, Sergeij Sobyanin, ha annunciato la fine delle ultime restrizioni imposte alla capitale russa. Tutti i locali, come bar, ristoranti, night club e discoteche, potranno tornare a servire i clienti dalle 23 alle 6 del mattino (la limitazione era stata imposta lo scorso novembre). L’obbligo per le aziende di mettere in smart working almeno il 30 per cento del personale si è trasformato in “raccomandazione”. Di fatto le uniche limitazioni rimaste sono per musei, cinema e teatri, che devono lavorare al 50 per cento della capienza. La Russia ha segnalato una diminuzione nei nuovi casi giornalieri, che il 27 gennaio sono stati 17.741, il numero più basso dal 29 ottobre 2020, scrive l’agenzia di stampa Tass. Il conteggio totale è di 3.756.931 contagi e 70.482 decessi
  • Con il tempo il sars-cov-2 potrebbe non scomparire del tutto ma diventare un virus endemico quasi innocuo come i quattro coronavirus del comune raffreddore. Secondo un modello elaborato alla Emory university e alla Penn State university, scrive New Scientist, una volta che la maggior parte della popolazione adulta sarà immune, il virus si potrebbe evolvere per adattarsi meglio ai bambini, nei quali l’infezione si manifesta con sintomi leggeri. In caso di reinfezione, anche a distanza di anni, il sistema immunitario sarebbe già addestrato a combattere il virus. A quel punto sars-cov-2 circolerebbe liberamente senza fare grandi danni e solo di rado causerebbe infezioni gravi. In che tempi tutto questo potrebbe avvenire dipende dalla velocità di diffusione del virus e dalla rapidità con cui si raggiungerà l’immunità di gregge con la vaccinazione. Un processo simile è avvenuto con altre pandemie, come quella dell’influenza russa del 1889 che uccise quasi un milione di persone.
  • La Cina dichiara di aver somministrato più di 22,7 milioni di dosi di vaccini contro il covid-19 in vista delle vacanze del capodanno lunare che comincerà alla metà di febbraio. Il governo mira a vaccinare 50 milioni di persone con farmaci prodotti dalle aziende farmaceutiche cinesi prima delle festività. Il paese ha registrato 1.265 nuovi contagi tra il 19 e il 26 gennaio, raggiungendo 1.862 casi attualmente positivi.
  • Il 25 gennaio, il bilancio delle vittime per coronavirus a Cuba ha raggiunto le 200 persone. Le autorità hanno registrato un’impennata dei contagi senza precedenti nell’isola: solo negli ultimi sette giorni il paese ha registrato 3.385 nuovi contagi, portando a 4.711 i casi attualmente attivi. I contagi sarebbero aumentati da quando, a novembre, il governo ha scelto di riaprire i confini e di allentare alcune restrizioni. Il ministero della salute ha segnalato 54 morti solo a gennaio, rispetto ai 60 del totale dei sei mesi precedenti.
  • I pochi test eseguiti dal governo della Papua Nuova Guinea, oltre alle procedure errate, stanno ostacolando gli sforzi per tracciare e trattare correttamente la malattia nel paese. L’incaricato della risposta alla pandemia, David Manning, ha detto che ai laboratori stanno arrivando tamponi maneggiati in modo improprio e su cui non si può fare affidamento. Su una popolazione di quasi nove milioni di abitanti sono stati effettuati meno di 42mila test dall’inizio della pandemia. A oggi sono 29 i casi attivi, su un totale, dall’inizio della pandemia, di 850 contagi e nove morti.
  • L’ong Jordan labor watch denuncia che in Giordania la pandemia ha costretto migliaia di bambini a lavorare a causa dell’aumento di povertà e disoccupazione e delle conseguenze della didattica a distanza. Il direttore Ahmad Awad avverte che il fenomeno è destinato a crescere. Anche se nel paese è illegale far lavorare chi ha meno di sedici anni, erano circa 76mila i bambini giordani che lavoravano nel 2016, quando sono state registrate le ultime statistiche. Il tasso di povertà ufficiale del paese era del 15,7 per cento nell’autunno del 2020, ma la Banca mondiale prevede un aumento di 11 punti percentuali nel breve termine. La Giordania ha registrato 322.241 contagi e 4.248 decessi. Il 14 gennaio ha avviato la campagna di vaccinazione che, prima al mondo, include anche i rifugiati – quasi quattro milioni di persone – accolti nel paese.

Hanno collaborato Sara Tartamo e Laura Tonon

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it