07 ottobre 2014 17:05

Anna Politkovskaja, il 15 giugno 2005. (Gueorgui Pinkhassov, Contrasto)

Il 7 ottobre 2006 veniva uccisa a Mosca, nell’androne dell’edificio in cui abitava, la giornalista russa Anna Politkovskaja.

Aveva cominciato a lavorare per il quotidiano Izvestija negli anni ottanta, poi dal 1999 aveva seguito il conflitto in Cecenia per la Novaja Gazeta. Su questa guerra ha scritto numerosi articoli e libri (La Russia di Putin, Cecenia, il disonore russo, Proibito parlare) in cui ha criticato senza censura Vladimir Putin e le azioni delle forze armate russe.

Tutte le sue inchieste si basavano sulle testimonianze delle vittime, dei loro familiari, dei profughi e dei militari che accettavano di denunciare gli abusi commessi nei confronti della popolazione civile con la complicità dei primi ministri ceceni Akhmad Kadyrov e suo figlio Ramsan, entrambi sostenuti da Mosca.

Grazie al suo impegno, i ribelli ceceni avevano indicato più volte Politkovskaja come mediatrice e nel 2002 era stata chiamata a condurre le trattative durante la crisi del teatro Dubrovka, a Mosca, dove sono morte almeno duecento persone. Nel settembre del 2004 aveva subìto un tentativo di avvelenamento mentre era in volo verso Beslan, dove era in corso il sequestro di una scuola e dove, dopo l’intervento delle forze di sicurezza, sono morte 386 persone.

Per il suo omicidio, il 9 giugno 2014, è stato condannato all’ergastolo Rustam Makhmudov. Condannati anche suo zio Lom-Ali Gaitukayev, accusato di essere l’organizzatore del delitto, e i suoi fratelli Dzhabrail e Ibragim Makhmudov, riconosciuti colpevoli di aver contribuito all’organizzazione dell’omicidio. Condannato anche Sergei Khadzhikurbanov, un ex dirigente della polizia moscovita.

L’accusa aveva chiesto condanne più severe, ma non è ancora stata fatta piena luce su chi sia il mandante dell’omicidio di una giornalista estremamente scomoda per il Cremlino.

*Ad Anna Politkovskaja è intitolato il premio di giornalismo che viene assegnato ogni anno durante il festival a Ferrara. *

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Stefania Mascetti lavora a Internazionale. Su Twitter: @smasc

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