21 ottobre 2013 07:00

In Germania i piani di salvataggio per i paesi in difficoltà come Grecia e Portogallo sono parecchio impopolari, e vengono aspramente criticati da una parte della stampa. Nonostante si tratti di prestiti garantiti e non di regali, molti tedeschi si domandano perché mai dovrebbero mettere mano al portafogli per aiutare persone che non hanno fatto i loro stessi sforzi per risanare le finanze pubbliche.

In Germania la solidarietà europea è un campo minato, un po’ come l’immigrazione in Francia. Eppure i socialdemocratici (Spd) continuano a difendere non soltanto i piani di salvataggio ma anche la creazione di una strategia comune europea di sostegno all’occupazione e alla crescita nell’eurozona. La sinistra tedesca chiede misure di rilancio per l’economia europea, e le ha inserite tra le dieci condizioni per l’ingresso in una grande coalizione con la democrazia cristiana di Angela Merkel.

I socialdemocratici vogliono imporre alla cancelliera anche un salario minimo orario, l’uguaglianza salariale tra uomini e donne, la creazione di una tassa sulle transazioni finanziarie e uno sforzo per investire nelle infrastrutture e l’istruzione, ma il rilancio europeo è una missione talmente prioritaria che venerdì scorso il presidente Sigmar Gabriel ha sentito il bisogno di difenderla pubblicamente. Ancora prima che la base del partito autorizzasse l’apertura dei negoziati con la democrazia cristiana, Gabriel ha spiegato a un gruppo di sindacalisti di Hannover che la Germania deve aiutare i suoi partner più deboli, e non soltanto per spirito di solidarietà.

“Dobbiamo stabilizzare l’Europa, perché altrimenti la disoccupazione e la mancata crescita colpiranno anche il nostro paese”, ha dichiarato il presidente dell’Spd prima di sottolineare che la Germania esporta il 60 per cento dei suoi prodotti verso l’Unione e il 40 per cento verso l’eurozona.  “Dove sarebbero il nostro paese, la nostra industria e la nostra occupazione se l’Europa, principale destinazione delle esportazioni tedesche, si ritrovasse in ginocchio”? ha concluso Gabriel. Il discorso di Hannover è tanto più importante se consideriamo che l’idea dei socialdemocratici è condivisa dai sindacati, che vorrebbero un maggiore impegno per la crescita in modo da favorire anche la Germania, ma anche dalle industrie, preoccupate di un progressivo restringimento dei loro mercati.

In Germania il vento sta cambiando, e Angela Merkel dovrà necessariamente tenerne conto. Anche perché l’Spd è l’unica forza con cui può formare una maggioranza parlamentare, dato che i verdi non vogliono saperne di alleanze e i liberali sono rimasti fuori dal parlamento.

Nonostante la sconfitta elettorale e il trionfo della cancelliera, insomma, i socialdemocratici sono in posizione di forza e determinati imporre le loro condizioni. Soprattutto sull’Europa.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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