Lasciamo la paura del rosso ai tori nell’arena. Syriza, che domenica ha vinto nettamente le elezioni legislative greche, non è affatto un partito di estremisti sognatori che non conoscono i limiti e la realtà con cui dovranno fare i conti.
Syriza e il suo leader Alexis Tsipras sono assolutamente in grado di governare, pienamente europei e convinti che la Grecia debba restare nell’euro, ma altrettanto decisi ad allentare la morsa del rigore imposto al paese per evitare un’interruzione dei pagamenti, ad aumentare il reddito dei più poveri e soprattutto a rinegoziare le condizioni del rimborso di un debito pubblico che ammonta al 180 per cento del prodotto interno lordo, corrispondente alla ricchezza prodotta dal paese in due anni.
Realizzare questo programma non sarà facile, ma ci sono tre motivi per essere ottimisti. Il primo è che nessun paese europeo, nemmeno la Germania, vorrebbe vedere la Grecia fuori dell’eurozona. L’Europa dovrà tenere conto della volontà del popolo greco e l’Unione dovrà necessariamente cercare un compromesso con la nuova maggioranza emersa dalle urne.
Il secondo motivo per cui Syriza potrebbe riuscire a mantenere le sue promesse elettorali è che ha qualcosa da offrire ai partner dell’Unione e ai creditori. Il nuovo governo greco può chiedere ossigeno per restituire la speranza ai greci impegnandosi, in cambio, a mettere ordine nel paese, abbandonare il clientelismo agevolato dai due grandi partiti tradizionali e combattere seriamente le frodi e l’evasione fiscale per costruire uno stato degno di questo nome. Nessun governo greco potrà riuscirci senza l’appoggio politico del resto d’Europa, e gli altri 27 paesi dell’Unione hanno tutto l’interesse a scambiare una redistribuzione o una cancellazione parziale del debito greco con le riforme necessarie a modernizzare e stabilizzare la Grecia rendendola un partner politico affidabile.
Il terzo motivo per cui Syriza potrebbe vincere la sua scommessa è che il suo trionfo arriva in un momento di svolta per l’Europa. La Banca centrale europea ha dichiarato che acquisterà i titoli di stato. La nuova Commissione europea ha convinto l’Unione (Germania compresa) ad accettare un piano di rilancio da oltre 300 miliardi di euro. Le misure di risanamento dei conti pubblici non sono più l’alfa e l’omega della politica europa, perché è ormai evidente che, in mancanza di provvedimenti per l’investimento a lungo termine, hanno portato l’Europa sull’orlo della deflazione.
Angela Merkel non ha fatto i salti di gioia ma si è comunque rassegnata ad accettare questo nuovo corso perché ha capito di essere ormai l’unica a opporsi. A sostenere questa svolta, infatti, non sono solo i greci ma anche la Francia, diversi governi europei, la maggior parte degli economisti, il fondo monetario internazionale, gli Stati Uniti e la Bce. Il popolo greco ha espresso chiaramente un pensiero che va ben oltre la Grecia. E questa è la vera forza di Syriza.
(Traduzione di Andrea Sparacino)
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