20 aprile 2015 08:51

Le centinaia di uomini, donne e bambini che muoiono nelle acque del Mediterraneo in fuga da guerre sempre più atroci ci sconvolgono e ci indignano, ma prima di accusare l’Unione europea e i suoi governi ognuno di noi dovrebbe porsi tre domande.

Innanzitutto, dovremmo chiederci quanti cittadini europei sarebbero pronti ad aprire le frontiere dell’Unione e del loro paese ai disperati. La risposta, evidentemente, è contenuta nella domanda. Se i governi europei fanno poco per organizzare il salvataggio dei profughi è solo perché temono, a ragione, di essere accusati dall’opinione pubblica del loro paese di favorire il flusso di clandestini facilitando la loro traversata.

I nostri governi sono colpevoli di ignorare questo dramma risvegliandosi solo davanti alle tragedie, ma c’è una ragione dietro questo comportamento: i cittadini europei non vogliono un aumento degli immigrati.

In secondo luogo dobbiamo chiederci come potremmo limitare il numero di migranti pronti a tutto pur di approdare sulle nostre coste. La soluzione non sono certo i salvataggi (per quanto indispensabili) e nemmeno quella di rispedire i clandestini sotto le bombe da cui sono fuggiti, perché sarebbe un gesto inumano.

L’unica soluzione per limitare il flusso è affrontare il problema alla radice riducendo l’anarchia in Libia, paese da cui partono i barconi della speranza, e impegnandosi a risolvere i conflitti che sono all’origine delle guerre in Medio Oriente.

Tutto il resto è fatto solo di parole e toppe, buone per lavarsi la coscienza prima di passare ad altro.

Infine, considerando che nessuno dei 28 paesi dell’Unione ha la forza per risolvere da solo i conflitti mediorientali o controllare i porti libici, dobbiamo chiederci quanti europei sarebbero disposti ad accettare un rafforzamento dell’unità politica dei paesi dell’Unione (tutti o solo alcuni). Dove sono le maggioranze di cittadini pronti a dotarsi di un esercito e di una politica estera comune, a tirare le somme delle sfide a cui siamo collettivamente sottoposti e a chiedere la costruzione di un’Europa politica con un unico governo?

Per il momento queste maggioranze non esistono. Gli europei continuano a condannarsi all’impotenza, dunque prima di accusare i governi devono accusare se stessi.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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