14 dicembre 2015 10:48

È successo a Varsavia ieri pomeriggio, mentre i francesi votavano per la regionali. Preceduto da uno striscione su cui si leggeva “crociata del rosario per la patria” e seguito da un centinaio di giovani vicini al partito nazionalista Diritto e giustizia (Pis) che ha vinto le legislative a ottobre, un prete ha marciato verso la sede del quotidiano Gazeta Wyborcz.

Difendere la libertà

Arrivato davanti alla redazione del giornale, fondato da Adam Michnik (testa pensante dei dissidenti polacchi) e simbolo della vittoria della democrazia in Polonia, il prete ha messo in atto un esorcismo. Avete capito bene, un esorcismo. Questo perché agli occhi dei manifestanti Gazeta Wyborcz è chiaramente posseduta dal demonio in quanto parte del centro laico e filoeuropeo.

Forse è solo un gesto folcloristico, l’azione di un gruppo di fanatici, ma il problema è che i nazionalisti al potere hanno chiesto di annullare gli abbonamenti a Gazeta Wyborcz sottoscritti dai ministri e dalle amministrazioni e di vietare alle istituzioni qualsiasi inserzione pubblicitaria sulle pagine del quotidiano nonostante gran parte del capitale di Gazeta Wyborcz, società quotata in borsa, sia di proprietà di imprese controllate dallo stato.

Dopo aver suonato la campana a morte del comunismo 35 anni fa, la Polonia sprofonda in una nuova epoca inquietante

Jarek Kurski, direttore del quotidiano, mi ha confessato che il giornale, molto conosciuto anche all’estero, è finito nel mirino del governo e deve lottare per difendere la libertà di stampa. In Polonia la libertà dei giornalisti è seriamente minacciata, e con essa la libertà in generale, perché secondo il Pis tutti quelli che non sono dalla sua parte sono suoi nemici e di conseguenza traditori della patria.

Il governo è in guerra con la corte costituzionale, accusata di essere “politicizzata”, e rifiuta di riconoscere la validità delle nomine autorizzate dal precedente esecutivo centrista. Il nuovo governo ha nominato nuovi elementi di fiducia, come sarebbe suo diritto se i componenti del tribunale non fossero diventati molto più importanti di quanto stabilito dalle legge.

La corte costituzionale è paralizzata, mentre il Pis controlla anche la presidenza del parlamento. In Polonia non esiste alcun contropotere e il governo si prepara a far adottare una nuova legge sugli audiovisivi per nazionalizzare il settore e imporre una serie di purghe. A destra, a sinistra e nel centro la preoccupazione è tale che sabato 50mila persone sono scese in strada a Varsavia per difendere la democrazia. Tuttavia il giorno dopo il Pis ha radunato 30mila persone nelle strade della capitale contemporaneamente alla seduta di esorcismo davanti alla sede di Gazeta Wyborcz. Dopo aver suonato la campana a morte del comunismo 35 anni fa, la Polonia sprofonda in una nuova epoca inquietante.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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