13 febbraio 2017 09:40

Sarà una settimana importante. Tra la riunione dei ministri della difesa della Nato in programma il 15 febbraio, quella dei ministri degli esteri del G20 del 16 e la tradizionale conferenza di Monaco del prossimo fine settimana, dedicata a questioni geostrategiche, i leader mondiali avranno modo di conoscere gli uomini della squadra di Donald Trump.

Forse ne usciranno con le idee più chiare sulle intenzioni del nuovo presidente statunitense, ma per il momento i segnali che arrivano da Washington sono contraddittori, e la nebbia non accenna a diradarsi.

Inizialmente Donald Trump aveva attaccato la Cina, arrivando a mettere in discussione il principio della Cina unica e minacciando di riallacciare i rapporti con Taiwan. Per i cinesi non poteva esserci affronto peggiore, dato che Pechino non intende avere rapporti diplomatici con i paesi che riconoscono Taiwan, che ai loro occhi è uno stato provvisoriamente indipendente nonché parte integrante del territorio cinese. Poi, la sera del 9 febbraio, è cambiato tutto.

Tutte le novità di Trump
Donald Trump ha parlato al telefono con il presidente cinese e alla fine della chiacchierata ha riconosciuto il principio della Cina unica, senza apparentemente ottenere in cambio la minima concessione commerciale. Forse i consulenti di Trump lo hanno convinto a fare marcia indietro? Oppure è solo l’inizio di un lungo negoziato?

Non lo sappiamo, ma sta di fatto che il giorno dopo il copione si è ripetuto con il primo ministro giapponese. Anche con il Giappone Trump era stato inizialmente duro, accusando Tokyo di mantenere uno squilibrio negli scambi commerciali con gli Stati Uniti. Eppure il 10 febbraio Shinzō Abe è stato ricevuto a braccia aperte alla Casa Bianca, mentre sabato ha giocato a golf su un campo di proprietà di Trump.

Tutto quello che prima appariva come un problema oggi sembra andare benissimo

I due leader si sono riavvicinati e hanno condannato insieme il lancio di un missile balistico effettuato dalla Corea del Nord. Si tratta di una denuncia inevitabile, ma per il resto?

Mistero. Tutto quello che prima appariva come un problema oggi sembra andare benissimo. Trump abbraccia contemporaneamente la Cina e il Giappone, due paesi che non sono proprio alleati storici. Ritornando alla normalità e appoggiando il tradizionale alleato statunitense, ha anche riconosciuto la sovranità giapponese sulle isole del mar Cinese rivendicate sia da Pechino sia da Tokyo.

Quanto alla Russia, sembrava dovesse essere il grande alleato del nuovo presidente, ma dopo l’aumento della tensione in Ucraina orientale il rappresentante statunitense alle Nazioni Unite ha giurato che non ci sarà alcuna cancellazione delle sanzioni contro la Russia fino a quando sarà confermata l’annessione della Crimea.

Intanto Donald Trump in persona si è complimentato con la Lituania per il suo sostegno agli ucraini. Apparentemente scontento del comportamento di Putin, al contempo Trump si mostra più prudente a proposito del conflitto israelo-palestinese. Il presidente americano ha dichiarato che la colonizzazione “non aiuta il processo di pace” e ha chiesto alla destra israeliana di “essere ragionevole”. Un’altra novità.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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