05 maggio 2017 11:38

Il mondo non si riduce alle presidenziali francesi. A Parigi tendiamo a dimenticarlo, ma il pianeta continua a girare, e tra tutti gli avvenimenti che si susseguono ce ne sono due di particolare rilievo.

Tra la Cina e la Corea del Nord la tensione è in aumento. I due paesi sono intimamente legati, o quantomeno lo sono stati dopo la guerra che ha diviso le due Coree circa settant’anni fa, creando due stati schierati sui due fronti della guerra fredda.

La Cina è il principale e quasi unico alleato dei nordcoreani, di cui è il primo partner commerciale. Ma i leader cinesi sono sempre più infastiditi dai test missilistici e dalle ambizioni nucleari di Pyongyang. Pechino teme che queste provocazioni rafforzino (come in effetti sta accadendo) il fronte compatto tra gli Stati Uniti, la Corea del Sud e il Giappone, avvicinando ulteriormente l’esercito statunitense alla frontiera cinese.

Inquietudine e debito di amicizia
I cinesi dunque pretendono lo stop dei test e lo hanno fatto capire interrompendo le importazioni di carbone nordcoreano, da cui il regime di Pyongyang ricava il grosso delle sue entrate. Finora la Corea del Nord non aveva superato il limite, ma da quando Donald Trump ha accettato di mettere da parte le minacce di rappresaglie contro le pratiche commerciali cinesi in cambio di una maggiore pressione di Pechino nei confronti di Pyongyang, i nordcoreani hanno cominciato a manifestare inquietudine e a martellare la Cina attraverso la loro agenzia di stampa, la Korean Central News Agency (Kcna).

“Non mendicheremo mai l’amicizia della Cina mettendo a repentaglio il nostro programma nucleare”, ha scritto la Kcna, aggiungendo che Pechino dovrebbe ricordare che l’esistenza della Corea del Nord ha “contribuito a proteggere la pace e la sicurezza” dei cinesi, che dunque “dovrebbero ringraziarla”. In questo modo Pyongyang ha cercato di sottolineare che senza la Corea del Nord la Cina si ritroverebbe alle frontiere una Corea riunificata e alleata degli Stati Uniti.

Pechino in sostanza ha detto ‘basta così’ e in Asia si apre un nuovo capitolo

È vero, ed è per questo che la Cina ha sempre appoggiato Pyongyang, che ora con le sue le provocazioni esce indebolita e suscita la risposta di Pechino immediata e dura.
“C’è una specie di logica irrazionale nel programma nucleare nordcoreano”, ha ricordato il quotidiano di Pechino Global Times sottolineando che la Cina “deve far capire alla Corea del Nord che reagirebbe in un modo mai visto” in caso di nuovi esperimenti nucleari. Tradotto dal cinese, questo significa che “basta così”. Un nuovo capitolo si apre in Asia, insomma.

L’altro avvenimento che segna la scena internazionale è l’adozione di un nuovo testo di legge alla camera dei rappresentanti che abolisce l’Obamacare, la copertura sanitaria per tutti introdotta da Barack Obama.

Ancora niente è deciso, perché c’è bisogno dell’approvazione del senato che non è affatto garantito, ma per il momento l’elezione di Donald Trump, modello della nuova estrema destra europea, sembra avere come conseguenza un’offensiva in favore di un taglio delle tasse per i più ricchi e un attacco frontale contro l’assistenza sanitaria per i più poveri.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it