30 maggio 2017 11:05

I capi di stato hanno molti modi di mettere in scena i loro incontri. Possono giocare a fare i grandi amici, con sorrisi a non finire, e parlare dei loro figli e dei loro hobby, il tutto a prescindere dallo stato dei rapporti tra i rispettivi paesi. Durante la guerra fredda era un atteggiamento molto comune.

Oggi è leggermente in disuso, anche se i sorrisi non mancano. C’è un altro stile, abbastanza raro, fatto di ritegno, di incrollabile cortesia e dell’arte di dire le cose peggiori con un tono talmente tranquillo da farle passare senza scossoni, quando in altre circostanze provocherebbero uno scontro immediato.

È lo stile di Emmanuel Macron, e il migliore esempio è la serenità con cui lunedì ha detto in presenza di Vladimir Putin che i giornalisti di Russia Today e di Sputnik – due testate dipendenti direttamente dal Cremlino – hanno agito durante la campagna elettorale come “agenti di propaganda” diffondendo “controverità infamanti”, motivo per il quale le ha escluse dal quartier generale della sua campagna elettorale.

Putin e Macron hanno preso decisioni importanti sull’Ucraina e la Siria

Normale, no? Vladimir Putin ha improvvisamente adottato lo stesso tono per dire che non c’è stato niente di male nella sua decisione di ricevere Marine Le Pen, perché la leader del Front national vuole riavvicinare Francia e Russia e condivide le sue idee sulla difesa dell’identità occidentale. In poche parole i due capi di stato si sono detti tutto, ma dato che la diplomazia non è questione di chimica personale, come ha spiegato il presidente francese, Putin e Macron hanno preso decisioni importanti sull’Ucraina e la Siria.

Ancora non possiamo dire se queste decisioni avranno un impatto concreto, ma resta il fatto che Putin oggi ha bisogno di uscire dalle crisi ucraina e siriana, mentre Macron amerebbe presentarsi come l’uomo che ha contributo alla loro soluzione.

Entrambi i leader hanno tutto l’interesse a far funzionare la loro intesa. È per questo che hanno potuto mostrarsi così schietti. Ormai appare chiaro che francesi e russi vogliono concentrarsi, novità assoluta, sulla Siria e sul terrorismo, gli aiuti umanitari, la transizione politica e le armi chimiche riguardo alle quali Macron ha tranquillamente sottolineato che qualora dovessero essere nuovamente impiegate, la Francia reagirà.

È una “linea rossa”, ha spiegato il presidente. Nei fatti si tratta di una minaccia, ma controbilanciata dalla volontà espressa da Macron di conservare uno stato siriano, e dunque una parte dell’attuale regime. Per il resto i due paesi continueranno a discutere tra loro della crisi ucraina, e presto includeranno nel dialogo Kiev e Berlino.

In questo caso il progresso è ancora più tangibile perché Putin ha accettato che la trattativa si basi su un rapporto dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa che è incaricata di valutare gli scontri e i movimenti di truppe in Ucraina orientale. Kiev e Mosca saranno dunque messe entrambe davanti alle loro responsabilità. Le cose, per lo meno, stanno cambiando. È la diplomazia in movimento.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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