03 giugno 2017 14:50

Si è ritirato dagli Accordi di Parigi, senza sorprendere nessuno. Nei giardini verdi e soleggiati della Casa Bianca, davanti a un parterre di parlamentari a lui vicini, Donald Trump ha annunciato la sua “ritirata” incassando una salva di applausi, ma non è questo il punto fondamentale.

Il presidente americano ha poi ribadito di non essere stato eletto “per rappresentare gli abitanti di Parigi, ma quelli di Pittsburgh”, sottolineando che l’Accordo avvantaggia l’India e la Cina a scapito degli Stati Uniti e che il mondo “smetterà di ridere di noi”, ovvero della presunta ingenuità degli americani.

Trump ha insistito e si è ripetuto. “È arrivato il momento di mettere Youngstown Ohio, Detroit Michigan e Pittsburgh Pennsylvania davanti a Parigi Francia”, perché “non voglio che niente ostacoli il nostro cammino”, quello del risanamento dell’economia americana, che a sentire Trump sarebbe partito dal momento della sua elezione.

È il Trump della campagna presidenziale quello che ha parlato davanti allo studio ovale, ricordando le sue promesse elettorali e presentandosi come difensore dei “dimenticati”, dei minatori e degli operai dell’industria pesante di cui vorrebbe salvare i posti di lavoro con questo passo indietro che, a sentire lui, non rappresenta affatto una minaccia per l’ambiente.

Giovedì il presidente degli Stati Uniti sembrava ancora in campagna elettorale, ma perché si comporta così dato che è già stato eletto? La risposta è semplice. Trump vuole mobilitare nuovamente la sua base elettorale per affrontare le difficoltà sempre maggiori causate dai legami stretti l’anno scorso tra la sua squadra e l’ambasciata russa a Washington. “L’America prima di tutto”, ha ripetuto. La sfida lanciata al resto del mondo, agli altri 194 paesi che hanno firmato l’Accordo di Parigi, serve a creare attorno a lui uno slancio sovranista e nazionalista che possa proteggerlo.

Donald Trump divide l’America e perfino la sua amministrazione, e soprattutto ha accentuato la rottura tra gli Stati Uniti e l’Europa

È una strategia che potrebbe funzionare nei confronti di una frangia dei suoi elettori. Trump guadagnerà un po’ di popolarità ma molte città e stati degli Stati Uniti non lo seguiranno, e malgrado tutto tenteranno (come Pittsburgh) di rispettare l’Accordo che il presidente ha rinnegato. Le industrie dell’alta tecnologia e il settore energetico disapprovano la decisione di Trump, l’uomo che hanno combattuto fino all’ultimo secondo, come d’altronde il capo della diplomazia americana.

Donald Trump divide l’America e perfino la sua amministrazione, e soprattutto ha accentuato la rottura tra gli Stati Uniti e l’Europa. Giorno dopo giorno, il vecchio continente alza i toni contro Washington e, Germania in testa, si riavvicina alla Cina, i cui leader difendono l’Accordo di Parigi.

Giovedì 1 giugno 2017 resterà nella storia come un giorno nero nella lotta al riscaldamento globale. È l’intero pianeta che quest’uomo sta mettendo a repentaglio rovinando anni di sforzi internazionali. A breve termine Donald Trump accentua brutalmente il caos politico mondiale indebolendo ulteriormente l’Alleanza atlantica, svalutando gli Stati Uniti e sacrificando tutto sull’altare di un miserabile tentativo di salvare una presidenza che rischia seriamente di affondare.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it