16 giugno 2017 10:30

“Un’importante svolta”, scrive il Washington Post parlando delle sue rivelazioni. Effettivamente si tratta di rivelazioni, perché di sicuro non è una notizia da poco che il presidente degli Stati Uniti sia indagato da un procuratore che cerca di stabilire se l’inquilino della Casa Bianca abbia o meno tentato di interferire con la giustizia.

Nella vicenda dei legami tra la Russia e la squadra che ha curato la sua campagna elettorale, Donald Trump potrebbe presto ritrovarsi accusato della stessa violazione – “intralcio alla giustizia” – che aveva spinto il congresso a esaminare la possibilità di sollevare dall’incarico Bill Clinton nel 1998 e Richard Nixon nel 1974. Questo significa che il presidente potrebbe prima o poi affrontare una procedura di impeachment?

Non siamo ancora arrivati a questo punto, ma un simile scenario non è del tutto impensabile perché è quasi certo che Trump abbia effettivamente tentato di insabbiare le inchieste contro Michael Flynn, il suo ex consigliere per la sicurezza nazionale che manteneva strani e stretti legami con l’ambasciatore russo a Washington. Trump è intervenuto presso James Comey, capo dell’Fbi che successivamente è stato sollevato dall’incarico, e anche presso il capo dei servizi segreti affinché parlasse con Comey.

Le rivelazioni si susseguono ma l’apertura di una procedura per la destituzione non spetta a un procuratore speciale né al sistema giudiziario, ma al congresso, istituzione politica.

Come si mette sotto accusa un presidente


Il problema è che il congresso è controllato dai repubblicani. La maggioranza dei deputati e dei senatori appartiene allo stesso partito di Trump, e questi parlamentari si porranno un interrogativo che per il momento non ha risposta: alle elezioni parlamentari del novembre 2018 saranno più minacciati se il loro presidente rischia la destituzione per collusione con la Russia o se rifiuteranno di votare per avviare una procedura di impeachment?

I parlamentari seguiranno l’inchiesta giudiziaria, valutando l’evoluzione dell’opinione pubblica che già adesso è ostile a Trump al 60 per cento, un record per un mandato così breve. Probabilmente molti deputati esiteranno, ma oltre al fatto che il ritmo delle rivelazioni sulla vicenda sta aumentando, i repubblicani potrebbero essere obbligati a procedere con l’impeachment perché, ben più grave della collusione con Mosca e dell’ostacolo alla giustizia, questo presidente è semplicemente un incapace pericoloso.

Il problema non sono le sue politiche, giuste o sbagliate, ma il fatto che abbia tolto credibilità alla Nato, scatenato una rivolta degli europei e isolato gli Stati Uniti con le sue scelte sul clima, costringendoli in una posizione che non hanno mai avuto nella storia. Ignorante, sfacciato e assolutamente imprevedibile, Trump rappresenta in sé una minaccia per la sicurezza del suo paese, ed è questo, più di ogni altra cosa, che potrebbe determinare il suo destino.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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