04 luglio 2017 11:24

Non era il nocciolo del suo intervento, ma l’argomento non è stato ignorato. Rivolgendosi alle due camere nella giornata di lunedì, Emmanuel Macron ha parlato anche dell’Europa e della politica estera per ribadire la priorità di un rilancio politico dell’Unione e pronunciando due frasi sul Medio Oriente che meritano di essere citate e discusse.

“In queste regioni bisogna saper parlare a tutte le potenze coinvolte per trovare un’intesa e costruire”, ha dichiarato Macron. “Non propongo di sostituirci ad altri popoli imponendo i nostri princìpi e i nostri valori, perché non vogliamo creare altri stati falliti”.

Certo, bisogna parlare a tutti gli stati del Medio Oriente, ma perché solo alle istituzioni quando il fatto nuovo nella regione è il risveglio dei popoli?

Il risveglio delle nuove generazioni
Dopo la rivoluzione verde che ha scosso l’Iran nel 2009, tutte le terre dell’islam hanno assistito all’ascesa di movimenti che si rifanno agli ideali universali di libertà, stato di diritto e democrazia.

Due anni dopo l’Iran, sono arrivate le rivoluzioni arabe. Due anni dopo le rivoluzioni arabe sono arrivate le manifestazioni in piazza Taksim, a Istanbul. Meno di due mesi fa, l’Iran si è nuovamente mobilitato per rieleggere al primo turno il riformatore Hassan Rohani alla presidenza della repubblica.

Le nuove generazioni di musulmani non vogliono più vivere sotto le dittature e il terrore jihadista

Fatta eccezione per la Tunisia, tutti questi movimenti sono stati selvaggiamente repressi, ma bisognerebbe essere ciechi e sordi per non capire che presto o tardi ritorneranno, perché le nuove generazioni di musulmani non vogliono più vivere sotto le dittature e il terrore jihadista. Sotto la cenere continua a covare una rivoluzione democratica nel mondo islamico. Quindi non si capisce perché la Francia dovrebbe parlare solo agli stati del Medio Oriente e alle loro dittature, ignorando una gioventù che condivide i nostri valori.

In questo modo Parigi scommetterebbe sul passato, non sul futuro.

Solidarietà necessaria
Emmanuel Macron non vuole un’altra Siria, un’altra Libia, un altro stato fallito. Ma la Siria è uno stato fallito per colpa del suo dittatore, e la Libia sarebbe nelle stesse condizioni della Siria se Muhammar Gheddafi fosse ancora al comando. Se il paese si trova in piena anarchia è perché le grandi potenze hanno fatto un passo indietro dopo la morte del dittatore anziché impegnarsi a stabilizzare il paese.

Macron sembra convinto che sia stato l’interventismo occidentale a scatenare il caos in Medio Oriente. Ma se è vero che l’avventura irachena di George W. Bush ha fatto precipitare la situazione, questo caos è prima di tutto il frutto della stanchezza delle dittature, dell’insofferenza del popolo nei loro confronti e di un cambiamento generazionale.

Non è mettendo un coperchio che stabilizzeremo questa regione, ma accompagnando la sua evoluzione. Questo significa parlare agli stati mediorientali ma anche dire ai popoli di questi paesi che la Francia e l’Europa, in quanto democrazie, sono solidali con la loro voglia di un cambiamento democratico.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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