04 aprile 2018 12:08

Suo padre, il re Salman, lo ha rapidamente corretto: non solo uno stato palestinese, ma “con Gerusalemme capitale”. Lo ha precisato dopo che il principe ereditario aveva dichiarato che “palestinesi e israeliani hanno il diritto di avere la loro terra (perché) ogni popolo ha diritto di vivere nella sua nazione”.

A prescindere dalla precisazione paterna, l’uomo forte dell’Arabia Saudita, il giovane Mohammed bin Salman, ha appena riconosciuto il diritto degli israeliani a uno stato-nazione, ovvero a uno “stato ebraico”.

Mai l’Arabia Saudita si era spinta così oltre nel suo riavvicinamento con Israele, ed evidentemente non è un caso che abbia compiuto questo passo proprio nella settimana in cui i presidenti di Russia e Turchia si incontrano, il 4 aprile ad Ankara, con Hassan Rohani, il presidente del nemico comune di sauditi e israeliani, la Repubblica islamica d’Iran.

Serrare i ranghi
In Medio Oriente la situazione si evolve con rapidità. Cominciamo dal fronte israelo-saudita, la cui nascita risale al 2002, anno in cui il re Abdallah aveva proposto agli israeliani il riconoscimento del loro stato da parte dei paesi della Lega araba in cambio della creazione di una Palestina indipendente nei Territori occupati da Israele dopo il 1967, compresa Gerusalemme Est.

Gli israeliani avevano respinto la proposta, ma quattro anni dopo i servizi sauditi e israeliani avevano avviato una stretta collaborazione dopo il fallimento di Israele nella battaglia contro Hezbollah, armato e finanziato da Teheran. Davanti all’Iran, Riyadh e Tel Aviv avevano sentito il bisogno di serrare i ranghi. Dopo che Iran e Russia hanno permesso al regime siriano di riconquistare il potere, questo bisogno è ancora più evidente, perché i missili iraniani minacciano sia l’Arabia Saudita sia Israele.

L’Iran vuole recuperare il ruolo di potenza regionale che fu della Persia

È per questo che il principe ereditario ha cercato di dare un’accelerata all’accordo di pace. Senza questo progetto, i paesi arabi e sunniti non potrebbero ufficialmente allearsi con Israele contro l’Iran persiano e sciita.

Il fronte costituito da iraniani, turchi e russi è molto meno coerente. I turchi, sunniti, ne fanno parte solo perché temono di vedere i curdi siriani costituire il loro stato, alimentando l’irredentismo dei curdi in Tuchia. La Russia, dal canto suo, vorrebbe strappare ai regimi di Siria e Iran le concessioni che le permetterebbero di presentarsi come architetto della pace in Siria.

Per quanto riguarda l’Iran, infine, il governo vuole tornare a essere la potenza regionale che era stata la Persia prima che gli arabi, unificati da Maometto, distruggessero il suo impero, tredici secoli fa. Il conflitto israelo-arabo ha lasciato il passo alla guerra dei due islam.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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