04 maggio 2018 11:30

La prima conseguenza è stata una polemica. Dopo i gravi disordini a margine della manifestazione sindacale del 1 maggio, la destra francese ha rimproverato a Emmanuel Macron di trovarsi in Australia “a bere champagne”. Ma in realtà il presidente della repubblica ha affrontato a Canberra argomenti seri.

Macron ha parlato di geostrategia, illustrando l’idea di un asse Francia-India-Australia per fare da contrappeso a quella che potrebbe presto diventare un’egemonia cinese in Asia.

Solitamente queste proposte vengono avanzate in modo implicito, ma come d’abitudine Macron è stato schietto, dichiarando pubblicamente che “la Cina è consapevole della differenza fondamentale tra stabilità ed egemonia, ma noi non dobbiamo essere ingenui e dobbiamo organizzarci per essere considerati e rispettati da Pechino come partner paritari”.

Un nuovo rapporto di forze
In altre parole, secondo Macron è necessario organizzare un rapporto di forze con la seconda economia del mondo, un paese abitato da circa 1,5 miliardi di persone le cui riserve finanziarie sono talmente sconfinate che oggi può acquistare porti e aeroporti nei cinque continenti per aprire alle sue esportazioni autostrade che possiamo ragionevolmente definire “nuove vie della seta”.

Come in passato esisteva la sfida americana, oggi esiste la sfida cinese, una sfida che bisogna raccogliere prima che l’economia di questa superpotenza diventi del tutto dominante.

È per questo che con Donald Trump, come già accaduto con Barack Obama, gli Stati Uniti si allontanano dall’Europa e dal Medio Oriente per dedicare le proprie forze economiche, politiche e militari alla competizione con Pechino. Ed è per lo stesso motivo che Emmanuel Macron è andato fino in Australia per parlare di geostrategia.

L’interesse nazionale francese e quello dell’Europa passano anche da Canberra

Macron parla a nome della Francia, ma è anche l’avanguardia di un’Unione che tarda drammaticamente ad affermarsi come potenza politica. Nell’asse da lui proposto, “Francia” significa “Europa”, perché oggi Parigi si sta imponendo come locomotiva dell’Unione. L’India, dal canto suo, è l’unico paese asiatico che per dimensioni e potenziale può sfuggire a qualsiasi forma di protettorato cinese.

L’India è fondamentale perché la sua geografia, la sua storia e la sua lingua l’avvicinano più all’Europa che alla Cina, rendendola un partner e alleato naturale dell’Europa. L’Australia, all’estremo oriente, vicinissima a quel mar Cinese dove si giocano gli equilibri di questo secolo, è l’ultimo anello di una catena da costruire. L’interesse nazionale e quello dell’Europa passano anche da Canberra.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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