27 giugno 2018 12:18

Sono numeri dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), cui nessuno contesta l’affidabilità: tra il 2015, all’apice della tragedia siriana, e lo scorso anno il numero di migranti sbarcati sulle coste europee è passato da più di un milione a 172mila, per una popolazione europea che supera i 500 milioni.

Quest’anno siamo arrivati appena a 44mila migranti. In altre parole, non esiste più una crisi migratoria. Ce la siamo lasciata alle spalle. Quella che viviamo è soltanto una crisi politica in cui la paura di un’invasione sconvolge gli scacchieri nazionali.

Per quanto ingiustificata, questa paura favorisce le estreme destre, ovunque in ascesa fatta eccezione per la Spagna, dove i ricordi del franchismo sono ancora troppo vivi. In Austria la paura è il collante della coalizione tra destra ed estrema destra. La paura sostiene i nazionalisti xenofobi che dominano in Europa centrale. La paura ha permesso la rinascita dell’estrema destra in Germania e messo in difficoltà la destra tradizionale, al punto tale che Angela Merkel è ormai contestata dall’ala bavarese della democrazia cristiana.

Esibizione di forza
La paura dell’invasione di migranti, infine, è diventata un jolly nelle mani dell’estrema destra italiana, la Lega, il cui leader Matteo Salvini è oggi ministro dell’interno, ruolo che gli ha permesso di chiudere i porti italiani alle navi cariche di migranti salvati nel Mediterraneo per mostrare i muscoli e accrescere la propria popolarità.

Il piano sta funzionando. A questo punto Salvini vorrebbe innescare il fallimento della coalizione con il Movimento 5 stelle, nuove elezioni e la formazione di un nuovo governo con quello che resta della destra berlusconiana. Potrebbe funzionare anche questo. Terza economia dell’Unione e paese firmatario del Trattato di Roma, l’Italia potrebbe presto diventare il capofila dell’estrema destra europea e paralizzare l’Unione, se non addirittura assumerne il controllo.

In tutto questo, da mesi due uomini minacciano l’unità europea. Vladimir Putin ha strumentalizzato l’estrema destra per imporsi come forza dominante nel continente europeo, mentre Donald Trump ha dichiarato guerra all’Unione tassando le importazioni negli Stati Uniti e chiudendo l’ombrello americano. Da est a ovest, due nemici imprevedibili si scagliano contro l’Unione, ma per l’Europa unita il pericolo principale viene dall’interno.

Ciò che oggi potrebbe davvero spaccare l’Unione è questa paura dell’immigrazione e la capacità di sfruttarla che hanno i partiti di estrema destra. Davanti a Trump e Putin serve una potenza europea, ma la nascita di questa potenza appare compromessa dalla falsa minaccia migratoria.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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