14 settembre 2018 14:29

Se fossi Vladimir Putin non crederei alla mia fortuna. Nei panni del presidente russo, farei salti di gioia perché arrivano solo notizie splendide, o quasi. Di giorno in giorno l’amministrazione statunitense sprofonda nel ridicolo tanto che rischia di affondare, mentre l’Unione europea attraversa una crisi che il Cremlino non avrebbe potuto immaginare neanche nei sogni più arditi.

Uno dei sei paesi fondatori, l’Italia, quell’Italia cattolica che diversi anni fa aveva accettato di pagare una tassa speciale per rimettere a posto i conti pubblici e rispettare i trattati europei, la stessa Italia dove il Partito comunista aveva tradito l’Unione Sovietica inventando l’eurocomunismo e dove la Democrazia cristiana era un pilastro delle destre sostenitrici della Nato, ebbene, agli occhi di Putin, quest’Italia un tempo indigesta è diventata una gioia.

“Il nuovo governo vuole cancellare le sanzioni imposte al mio paese dall’Unione europea dopo la liberazione della Crimea”, si rallegra il presidente russo. “La terza economia dell’Unione è diventata un’alleata. Come se non bastasse, l’uomo del momento a Roma – il cui partito si sta affermando dalla Lombardia alla Sicilia – il ministro dell’interno Matteo Salvini si è accordato con un amico, il primo ministro Viktor Orbán, per fare fronte comune alle prossime elezioni europee”.

Una grande risata
In Francia Marine Le Pen li sostiene. Tutti gli amici delle nuove destre radicali si stanno rafforzando grazie all’appoggio logistico e finanziario di Stephen Bannon, l’ex capo della campagna elettorale di quel pazzo scatenato di Donald Trump. “Bella persona, questo Bannon”, penserà Putin. “Tra il mio e il suo zampino, non ci sarebbe da stupirsi se l’Unione diventasse ingovernabile la prossima primavera. A quel punto non avrò più problemi e potrò aumentare la pressione sui paesi baltici e sull’Ucraina, mandando fuori di testa i polacchi”.

Alcuni assicurano di aver sentito partire dall’ufficio di presidenza del Cremlino una grande risata che ha risuonato lungo tutte le mura del palazzo. Putin ha buoni motivi per ridere, perché presto potrebbe avere campo libero in Europa, non per invadere Berlino o percorrere gli Champs Elysées alla guida di una colonna di blindati.

Non è più il tempo per certe cose, sono passate di moda, costano caro e servono solo a farsi dei nemici (solo gli americani continuano a farle). Non c’è più bisogno di carri armati: basta dividere per comandare, e presto il presidente russo – anche grazie al buon vecchio Donald – sarà in grado di dividere l’Europa.

“Sostengono che l’avrei pagato”, pensa Vladimir Putin, “che avrei chiesto a uno dei miei amici miliardari di fargli un bonifico a Cipro, ma anche se l’avessi fatto lui mi ha ripagato ampiamente. Non ho dovuto spendere nemmeno un copeco per convincerlo a dichiarare che gli Stati Uniti non correranno automaticamente in aiuto degli stati baltici, minando le basi della Nato. L’Europa non è più sotto l’ombrello statunitense, non ha più difese, è nuda come un verme. A me basta sorridere per far capire agli europei come stanno le cose e fargli accettare la divisione dell’Ucraina, sancita da un referendum, e il protettorato russo nel Baltico”.

“Cosa dite? Il rublo crolla? I pensionati manifestano? Sono circondato da cretini. Con quello che sta per succedere in Medio Oriente, gli iraniani con le spalle al muro e pronti a tutto, il prezzo del petrolio tornerà certamente a salire e le casse russe si riempiranno. Va tutto bene, stupidi che non siete altro, va tutto benissimo!”.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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