31 agosto 2016 18:19

Estate, caldo, senso di scoperta tra turismo e cultura. È il momento dei festival. Ma come si fa, al di là dei gusti, delle città in cui ci si trova e della curiosità, a farsi un’idea di quali siano i più importanti? Contrariamente alle apparenze e nonostante l’insistenza dei comunicati stampa che, fin dai primi giorni di apertura, parlano di affluenze record e di partecipanti, non sono queste cose a rendere davvero rilevante un festival.

La 47ª edizione dei Rencontres de la photographie di Arles, che si sono aperti il 4 luglio e si chiuderanno il 25 settembre, sono un buon esempio. Ci sono più di quaranta mostre e nel 2015 i visitatori complessivi sono stati 336mila. Certo, è molta gente. Ma è davvero tanta di più che in altri festival, considerato che l’evento dura più di due mesi? Non ne sarei così sicuro. Invece, se si guarda al numero di premi che vengono annunciati, al numero di aziende che si occupano di fotografia che sono presenti per promuoversi e soprattutto, quando ci si rende conto che non è umanamente possibile partecipare a tutte le conferenze stampa, alle feste e ai cocktail proposti proprio lì da altri festival, allora sì che Arles diventa molto importante.

Paradossalmente, e anche rischiando di perdere la loro identità in termini di contenuti, i festival più importanti finiscono per essere proprio quelli invasi e occupati dagli organizzatori di tutti gli altri festival.

Questa rubrica è stata pubblicata il 26 agosto 2016 a pagina 96 di Internazionale. Compra questo numero | Abbonati

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