06 maggio 2016 12:55

Al saggio di danza di Natale le bambine facevano le cameriere con tanto di piumino per spolverare, in adorazione dell’unico ballerino. A giugno il bambino sarà un domatore e le bambine le leonesse. La tentazione di far cambiare sport a mia figlia di sette anni è forte–Valentina

Lo capisco: iscrivere una bambina a un corso di danza e ritrovarsela a fare le pulizie inseguita da un maschio con la frusta è seccante. Ma forse questi teatrini dal sapore maschilista sono un disperato tentativo di salvaguardare una specie davvero rarissima: il ballerino. In una società ancora intrisa di pregiudizi di genere, un bambino deve fare uno sforzo immane per scegliere la danza.

Alcuni di noi non si sono ancora ripresi dai singhiozzi provocati da Billy Elliot, ma ci si sente stringere il cuore anche solo a leggere i messaggi sui pochi siti che promuovono la danza maschile: “Non c’è nulla di male se un maschio porta la calzamaglia, ce l’hanno anche Robin Hood e l’Uomo Ragno!”; “Il balletto è solo per donne? No, no e no! Lo pensano solo le persone stupide e poco informate”; “La danza che fanno i ragazzi è molto diversa da quella delle ragazze, i ballerini sono molto più forti e atletici”. Sul sito di una scuola di danza inglese, un bambino chiede: “Sarò l’unico maschio della classe?”. Risposta: “No, se porti un amico con te”.

Sono sicuro che se tua figlia è la nuova Carla Fracci, saprà emergere a prescindere dalle fruste e dai piumini. Ma se senza quella spruzzata di maschilismo che lo incoraggi ci perdessimo il prossimo Roberto Bolle?

Questo articolo è stato pubblicato il 6 maggio 2016 a pagina 14 di Internazionale, con il titolo “Maschi in calzamaglia”. Compra questo numero| Abbonati

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