22 settembre 2017 11:24

Cosa pensi del progetto della ministra Fedeli di introdurre l’uso dei telefoni in classe? –Toni

“Una commissione ministeriale s’insedierà per costruire le linee guida dell’utilizzo dello smartphone in aula. Entro breve tempo avrò le risposte e le passerò con una circolare agli istituti”. Mi sembra giusto riportare le parole precise della ministra della pubblica istruzione Valeria Fedeli perché, a giudicare dal vespaio di reazioni di genitori in preda al panico, si potrebbe pensare che Fedeli abbia annunciato l’abolizione della scuola in favore di classi virtuali su Facebook o lezioni di matematica su Snapchat.

Due anni fa Bill de Blasio, il sindaco di New York, ha fatto un annuncio molto simile, che poi si è tradotto in una circolare contenente tre linee guida per gli istituti scolastici: si può tenere il telefono spento nello zaino durante le ore di lezione; si può usare il telefono durante la ricreazione o in un’area designata; si può usare il telefono per specifici scopi didattici, eventualmente solo durante alcune lezioni.

Tre semplici princìpi che non hanno fatto sprofondare le scuole di New York nel dark web. Per commentare le linee guida del ministero, quindi, aspetto di sentirle, ma comunque mi auguro che la gestione degli smartphone in classe resti solo un aspetto pratico e laterale della questione. Perché l’introduzione della tecnologia a scuola passa soprattutto attraverso computer di classe, lavagne elettroniche, ebook e investimenti pubblici per distribuirli in più scuole possibili.

Questa rubrica è stata pubblicata il 22 settembre 2017 a pagina 16 di Internazionale. Compra questo numero | Abbonati

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it